L’Italia fa bene a Chloride

La filiale nazionale del produttore di Ups fa il 40% del fatturato del gruppo e contribuisce allo sviluppo dei prodotti.

A fine marzo Chloride plc, il gruppo britannico specializzato nella produzione di gruppi statici di continuità (Ups) di alta gamma ha chiuso il sesto anno fiscale consecutivo di crescita, facendo registrare, rispetto all’anno precedente, un incremento di fatturato del 31% con un balzo del profitto operativo del 54%.

A questi risultati ha dato un contributo sostanziale la filiale italiana, come ha sottolineato l’amministratore delegato Giancarlo Battini, visto che ha chiuso l’anno con un fatturato di 142 milioni di euro, all’incirca il 40% dell’intero gruppo, in crescita del 22% sull’anno precedente.

La cosa non meraviglia se si considera che Chloride Italia vanta una presenza sul territorio nazionale dal 1965 e che negli anni si è sviluppata tanto che presso la sede bolognese sono stati creati il laboratorio mondiale di sviluppo dei gruppi di continuità e la Chloride Academy, il centro di addestramento avanzato che attira partecipanti da tutto il mondo.

Tra i clienti italiani Battini cita nomi prestigiosi di una vasta gamma di settori industriali, dalla Fiat al Teatro alla Scala, dalle grandi banche agli ospedali come il San Raffaele di Milano, dai retailer come Metro ai data center degli Internet service provider come i.Net.

La focalizzazione sulla fascia alta del mercato determina il modello di go-to-market prescelto. «Lavoriamo in stretto contatto con i tecnici e i progettisti dei nostri utenti finali – ha detto Battini – per definire con loro una soluzione su misura che risponda alle loro esigenze che di solito sono molto peculiari. Riteniamo comunque molto importante il canale che per noi significa sostanzialmente 4 tipi di operatori: gli installatori elettrici, i distributori di materiale elettrico, i systems integrator come Ibm, le società di facility management come Pirelli Re. A questi vanno aggiunti alcuni distributori Ict come Effemme Telecomunicazioni».

Per l’anno fiscale in corso le previsioni sono ottimistiche, grazie all’andamento del mercato che non mostra segni di cedimento e all’annuncio di un prodotto progettato nel centro bolognese su specifica richiesta dell’Anas.

Si tratta di un’apparecchiatura ibrida che alle funzioni tipiche di un Ups abbina, come novità assoluta, la capacità di regolare automaticamente il livello della tensione erogata in funzione di parametri ambientali. Ciò consentirà all’Anas di regolare automaticamente il livello di illuminazione delle gallerie utilizzando la sola indispensabile apparecchiatura di continuità.

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