L’invasione degli ultramakers

Dall’hacking al maker, dalla start-up ai pionieri, la ricerca di attori del cambiamento sociale ed economico va avanti senza sosta.

E’ il momento dei Makers, come segnalato dalla serie di eventi che stanno via via dipanandosi sotto i nostri occhi. Si è appena concluso Makers Italy, la prima edizione una manifestazione abbastanza riuscita e di sicure prospettive, ma che mostra come l’argomento “makers” sia più mediatico che realistico.
L’iniziativa di Italia Crea ha dimostrato ancora una volta come il fare e i workshop attraggano una certa quantità di visitatori anche con investimenti bassi.
Per chi non lo sapesse, un maker è chiunque faccia qualcosa con le mani, ovvero un artigiano, ma con una connotazione che nel mondo è “anche” digitale, mentre in Italia -da sempre terra dell’artigianato e del fai da te- è “soprattutto digitale”. In quest’ottica vanno sempre citati la divulgazione di Giovanni Re, l’artigiano digitale per eccellenza, e l’ottimo saggio di Stefano Micelli, Futuro Artigiano.
Contemporaneamente in Italia non accenna a diminuire l’orgia di premi per start-up più o meno innovative, definite in modo più meno razionale anche grazie al contributo dei recenti decreti. Segno evidente che anche in Italia si sta passando dal “vorrei” al “provaci, ecco i soldi”, anche se gran parte delle iniziative attuali e di quelle in arrivo pescano da fondi marketing. La giustapposizione di makers e start-up è voluta, in quanto secondo alcuni la nuova imprenditoria si compone di queste e di quelli. Il modello di business dei makers sarebbe molto simile a quello delle start-up, e nonostante le opposte provenienze (mondo finanziario e mondo hacker) entrambe sono attività capitaliste.


Taylorismo riflessivo ed ottimismo

Il mercato di queste categorie imprenditoriali è un mondo globale in cui internet è l’interfaccia ad un marketplace in cui si è al contempo produttori e fornitori”, dice Davide Bennato, professore di Sociologia dei media digitali all’Università di Catania. “La riflessività sta nella specularità del singolo, che è al contempo utente finale e tassello della catena di montaggio globale”. Dal punto di vista storico questa analisi è corretta, ma bisogna chiedersi quanto il mondo che vediamo stia rispettando la storia e il passato.
La cultura Maker è comunque pervasa da una certa dose di ottimismo. L’idea di fondo è che la condivisione renda disponibili a molti dispositivi normalmente privilegio di pochi, e che la collaborazione del gruppo permetta a chiunque di imparare ad usare tutti questi strumenti per scopi personali o imprenditoriali. Resta il fatto che lo stesso giorno in cui alcune centinaia di aspiranti makers visitavano la fiera di Rho, a poche fermate di metropolitana migliaia di adolescenti impazziti si immergevano negli eventi della Fiera MilanoCity per la Games Week. Secondo noi, spesso si sopravvaluta l’interesse derivante dai concetti di openness e condivisione e si sottovaluta la marginalità di certe azioni.


Novembre a Firenze e Roma

Tornando all’invasione degli ultramakers, in attesa della Maker Faire europea fortemente voluta da Massimo Banzi (cofondatore di Arduino) e annunciata per la primavera romana, di makers sentiremo parlare ancora molto, non solo nei due eventi che vi proponiamo qui di seguito.
Intanto si fa strada un nuovo concetto: quello di pionieri. Rena, Rete per l’eccellenza nazionale, propone di trasformare il modo in cui si fanno le cose, di reinstallare il sistema operativo dell’Italia.
Venerdì 16, nel corso della sua prossima Assemblea Generale di Firenze, Rena inizierà a cercare i nuovi pionieri, per ascoltare e imparare il cambiamento attraverso le storie di chi lo sta generando. Storie collaborative e ad alta connettività, che certamente coinvolgeranno anche startup e makers. Più modestamente, il 20 e 21 novembre lo spazio Cowo360 presenta la Makers University, nata dallo staff al quale partecipiamo anche noi e che già l’anno scorso, prima di tutti gli altri, propose un incontro pubblico su queste tecnologie. Quest’anno l’area makers e l’area aziendale sono articolate in due pomeriggi successivi, perché il cambiamento non si fa solo in garage ma anche nei processi e nella contrattualistica.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome