Ibm installer` il sistema operativo freeware sugli Rs/6000 e sui Netfinity.Il supporto per l’emergente Os sara comunque globale. Intanto, vengono svelati i piani per una nuova categoria di macchine dal designcompletamente rinnovato.
Novità importanti tra i server Ibm. Big Blue, infatti, è ormai nel pieno
dell'adozione di Linux, consacrando lo Unix freeware come sistema operativo
di tutto rispetto. Contemporaneamente, ha anticipato i piani per lo
sviluppo di una nuova generazione di server dal design rivoluzionario.
Andiamo con ordine, la multinazionale statunitense sta portando avanti la
propria campagna pro-Linux su più fronti, rispondendo alla crescente
domanda che viene dal gotha delle grandi imprese. In particolare, Ibm sta
portando il sistema operativo in questione su due linee di computer, sta
avviando il supporto della propria divisione servizi su questo ambiente e,
infine, sta sviluppando versioni ad hoc del proprio software applicativo.
L'intenzione palesata è quella di offrire un supporto globale e non solo d
i
"simpatia".
Maggiori dettagli saranno disponibili alla prossima conferenza LinuxWorld,
in programma alll'inizio di marzo. Intanto, secondo le prime anticipazioni,
Ibm sta lavorando allo sviluppo di una versione di Linux per i propri
server delle linee Rs/6000 e Netfinity. In particolare, sebbene diversi
programmatori di terze parti abbiano già realizzato la maggior parte del
lavoro per far girare Linux sui PowerPc (con la release LinuxPpc), Ibm
aiuterà questi stessi sviluppatori a scrivere del software necessario per
abilitare il funzionamento di hardware specifico degli Rs/6000. Questa
linea sarà sostanzialmente di fascia bassa e pensata soprattutto per il
mercato accademico. Diverso il discorso per i Netfinity, sui quali dovrebbe
essere implementato il Linux di Red Hat. L'accordo con quest'ultima,
peraltro, non ha carattere d'esclusività, anzi Ibm dovrebbe raggiungere
intese anche con gli altri tre grandi produttori di software Linux:
Caldera, Suse e Pacific Hi-Tech.
Anche sui Netfinity, comunque, Linux sarà destinato a una fascia bassa di
mercato, probabilmente con macchine a uno o massimo due processori. Di
fatto, il mercato di riferimento sembra essere quello delle piccole e medie
imprese che hanno necessità di gestire applicazioni Internet/intranet,
anche se Ibm sembra interessata a valutare le potenzialità di Linux nel
campo scientifico e tecnico.
Non è ancora chiaro quando saranno disponibili i server Linux.
Per quanto riguarda il software, ricordiamo che Ibm ha parlato delle
versioni Linux di Db2 e Lotus Notes/Domino, cui si aggiungerà il supporto
di Apache Web Server.
Lo sviluppo dei server, come accennato, non si ferma a Linux. Ibm, infatti,
sta preparando una nuova generazione di macchine con rinnovati sottosistemi
di I/O, che rispondono all'innovativo concetto di "server flessibile".
Renato Recio, dello staff tecnico di Ibm, ne ha illustrato il futuristico
design al convegno Server I/O organizzato da Strategic Research a Monterey,
in California. Nuovi protocolli di comunicazione e di commutazione
legheranno nodi Numa (Non Uniform Memory Access), server Smp (Symmetric
Multiprocessor) e sistemi cluster in architetture in cui, concettualmente,
la potenza elaborativa potrà essere assegnata all'It manager. L'elemento
chiave sarà la tecnologia di switching tra questi sistemi, che consentir
à
di ottimizzare la comunicazione che caratterizza il clustering, la funzione
di coerenza cache dei progetti Numa e gli standard di I/O dei server.
Secondo Recio, ci vorranno ancora tre anni di sviluppo perché il server
flessibile possa diventare concreto, anche se le basi sono già state poste
.
Alcuni analisti hanno visto in questa iniziativa un altro capitolo della
lotta tra la proposta Ngio (Next Generation I/O) di Intel e quella Future
I/O di Ibm.