L’integrazione elettronica B2B secondo Crossgate

Apre in Italia la prima filiale internazionale dell’azienda tedesca che fa servizi di integrazione interaziendale sulla catena del valore

Forte dei risultati conseguiti in Germania, la tedesca Crossgate ha annunciato
l’apertura della prima filiale internazionale, avviando un branch office
italiano. L’azienda, fondata nel 1999 come Indatex, è focalizzata
nell’offerta di servizi di integrazione interaziendale lungo la catena
del valore, mercato in cui vanta numerose referenze, soprattutto in ambito automotive.
«Tre sono le motivazioni per cui abbiamo deciso di puntare sul mercato
italiano
– ha affermato Antonio Brissa, presidente di Crossgate Italia
-. Innanzitutto rappresenta uno dei quattro mercati Edi più grandi
d’Europa, con un valore che nel 2005 è stato stimato pari a 200
milioni di euro da Gartner. A livello locale, l’industria automobilistica,
con tutte le problematiche relative alla catena dei fornitori e dei clienti,
costituisce un’industry fortemente trainante; infine, l’Italia ha
un tessuto economico basato su numerose Pmi che agiscono a livello internazionale
e, quindi, sono costrette a confrontarsi con le criticità legate alla
ottimizzare dei processi d’integrazione elettronica B2B
». Sulla
base di queste considerazioni, in Italia saranno inizialmente tre gli ambiti
in cui Crossgate focalizzerà l’offerta dei propri servizi: l’automotive,
la supply chain retail e la logistica, settori in cui vanta già le referenze
di Brembo e Fiege. Il portafoglio dei servizi messo a punto dall’azienda,
offerti in modalità gestita o in full outsourcing, si basa sulla Business
Integration Platform, una piattaforma centralizzata, gestita in partnership
con T-Systems e strutturata su due livelli. Il primo è costituito dalla
classica Supply chain integration, in cui si offre una gestione chiavi in mano
di soluzioni Edi, Web Edi, paper2Edi, fatturazione elettronica e archiviazione
sostituiva. Il secondo livello è, invece, rappresentato dal Supply chain
event management, ossia dall’automazione dei processi collaborativi. «Due
sono i vantaggi garantiti
– ha affermato Brissa –: i risparmi economici
e l’assenza di invasivi adeguamenti software. Per essere operativi è,
infatti, sufficiente definire un qualsiasi formato di scambio
».

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