L’innovazione di Re-logistic

Le imprese marchigiane e umbre della logistica si uniscono sotto il segno dell’hi tech

11 febbraio 2004 Aumentare le proprie dimensioni
e investire nelle nuove tecnologie. Sono queste le due strade che portano le Pmi
a rafforzare le proprie posizioni sul mercato, una strada che è stata intrapresa
dagli operatori della logistica di Marche e Umbria che hanno
unito le loro forze nel progetto Re-logistic. Finanziato dal ministero delle
Attività Produttive e in parte dalla Lega delle Cooperative, si propone come una
nuova società di logistica, che per ora coinvolge Marche e Umbria,
caratterizzata dalla cooperazione di più operatori logistici che hanno come
scopo quello di perseguire economie di scala e di scopo e di
fornire servizi di logistica innovativa, attraverso servizi informatici in
modalità Asp e con software Erp (Enterprise research planning) utilizzabili via
Internet.


42 sono i soggetti che hanno aderito a Re-logistic che,
spiega l’amministratore delegato della società Raffaella Gambini, “è una
struttura aperta cui possono aderire soggetti pubblici e privati, operatori
della logistica e aziende di produzione organizzati in un sistema a rete. Alla
base c’è una sofisticata architettura informatica e un sistema Erp della
J.D.Edwards che consentirà alla Pmi marchigiane e umbre
di delegare a Re-Logistic tutto il trasporto delle merci, dalle
materie prime che arrivano in fabbrica per essere trasformate nel prodotto
finito. L’obiettivo del progetto è di rispondere adeguatamente alle
esigenze degli operatori e degli utilizzatori che si muovono
nel complesso mercato della logistica”.


Secondo Gambini attualmente lo scenario dell’offerta si presenta per molti
versi inadeguato, visto che le imprese tradizionalmente focalizzate sul servizio
di trasporto devono fronteggiare una forte concorrenza locale, nazionale e in
prospettiva sempre più internazionale. Senza considerare poi quanto la necessità
di competere per ridurre i prezzi abbia portato i trasportatori
a contenere i costi con una conseguente erosione dei margini di profitto.
Inoltre, la parcellizzazione delle aziende e la scarsa capacità di aggregazione,
rendono il settore dei trasporti più vulnerabile rispetto a quegli operatori che
si presentano strutturati, organizzati e dotati di competenze manageriali e di
tecnologie innovative. Tutto ciò porterà inevitabilmente le aziende ad
effettuare una serie di interventi di riorganizzazione e
ristrutturazione per recuperare efficienza sulla base di adeguate economie di
scala.


Dunque, sostiene la responsabile di Re-logistic, la chiave del
successo
di queste imprese risiederà sempre più nella rapida capacità
di aggregarsi al fine di raggiungere un’adeguata massa critica, oltre che di
disporre di aggiornate competenze manageriali. Le imprese tendono infatti a
liberare risorse da investire principalmente nel proprio “core
business”
demandando all’esterno quanto non è “core”,
concentrandosi sull’innovazione continua, realizzando e gestendo un incessante
processo di business transformation.

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