La manifestazione, dedicata ai clienti del midmarket, è servita a Big Blue per infondere nuova fiducia nell’e-business a un’utenza oggi più che mai prudente negli investimenti. Rafforzata la collaborazione con Jd Edwards per la realizzazione di soluzioni integrate.
Si è focalizzata soprattutto sul midmarket l’edizione 2001 di Link, manifestazione che ogni anno Ibm dedica alla propria clientela (soprattutto nordamericana) e che quest’anno si è tenuta a Las Vegas. In tempi di dubbi e ristrettezze di budget sull’It, Big Blue ha scelto di indirizzare i propri messaggi sull’e-business alla fascia di mercato probabilmente più ricettiva alle opportunità di nuovi investimenti. E lo ha fatto riaffermando la centralità dell’e-business come chiave per acquisire vantaggi competitivi, ma anche sottolineando l’importanza delle partnership, proprio per raggiungere un mercato ramificato e diversificato come quello delle aziende medie. All’elenco già nutrito di alleanze (56, ha ammesso lo stesso costruttore), se n’è aggiunta una nuova con Jd Edwards, che avrà valenza mondiale e sarà concentrata nella produzione e vendita congiunta di soluzioni di e-commerce “collaborativo”, in particolare per i mercati della grande distribuzione e della Pubblica amministrazione. L’accordo parte dall’integrazione tecnologica fra la soluzione Erp OneWorld Xe di Jd Edwards e la gamma middleware di Ibm, in particolare l’Application Server e la Commerce Suite di WebSphere e il Db2 Universal Server. Ne risulterà una soluzione in grado di combinare il front end per il commercio elettronico di Big Blue con le funzioni back end di gestione ordini, finanza, Crm, warehousing e knowledge management di OneWorld Xe. Ibm Global Services si occuperà, poi, della consulenza e dei servizi di integrazione connessi alla proposta congiunta, che riguarda tutte le piattaforme eServer.
L’accordo si focalizza sulle aree della grande distribuzione e del settore pubblico per interesse specifico di Ibm, che intende migliorare qui il proprio market share e può far leva sulla penetrazione già acquisita da Jd Edwards. Ma anche l’azienda di Denver ripone buone aspettative sull’intesa, tant’è che, come ha affermato il Cto della società, Mike Madden, l’obiettivo è di “migliorare del 10% un fatturato annuale che ammonta a 100 milioni di dollari”. Potrebbe sembrare questa una partnership votata a rimpiazzare o almeno a fornire un’alternativa a quella che Ibm ha in essere con Ariba e i2 e che ora appare in difficoltà, per la crescente concorrenza diretta fra le due aziende partner. Su questo punto, Bill Etherington, senior vice president e group executive sales and distribution, ha preferito mantenersi diplomatico: “L’alleanza con i2 e Ariba ha mantenuto il proprio scopo iniziale. Ma siamo in un mercato che cambia rapidamente e, a seconda dei casi, siamo liberi di muoverci tutti e tre insieme oppure con l’uno o l’altro dei due partner”. La bontà dell’intesa con Ariba può essere peraltro confermata dall’annuncio, avvenuto proprio a Link 2001, dell’intenzione di Ibm di offrire una versione hosted completa dell’applicazione di e-procurement dell’alleata.
Dalla manifestazione di Las Vegas è emerso chiaramente qual è il messaggio che l’azienda numero uno al mondo intende trasmettere ai propri clienti in questa fase ricca di dubbi sull’opportunità o meno di investire sulle nuove tecnologie, specie per le aziende di grandi dimensioni. “Stiamo per entrare nell’e-business di nuova generazione – ha spiegato Etherington -. Lo scorso anno si è assistito a una circolazione di capitali come mai era accaduto in passato, ma questo ha anche generato molta confusione, che spesso ha portato a infilare nello stesso calderone il surfing, il chat on line o il gioco da un lato e gli investimenti in infrastrutture dall’altro. Lo shake out che sta avvenendo ora può produrre effetti benefici in questo senso, perché consentirà di concentrare l’attenzione sul business reale”. La tesi di Big Blue, in sostanza, è che le esigenze per le imprese non siano cambiate in poco tempo. Il risparmio sui costi o la maggior efficienza nelle operazioni si ottiene comunque attraverso l’integrazione dei processi e la creazione di solide infrastrutture, attraverso le quali possano fluttuare le relazioni con clienti e fornitori, il knowledge management per i dipendenti, i processi di business e le transazioni di front e back end.