L’Information Architecture guida dati e processi nelle applicazioni Oracle

Frutto di una strategia perseguita dal produttore negli ultimi anni, la piattaforma è basata su un unico data model e su un unico database, cui fanno capo tutti i moduli della e-Business Suite. L’accesso alle informazioni da qualsiasi dispositivo tra le principali caratteristiche.

La gestione dell’informazione targata Oracle si chiama Information Architecture. La definizione rappresenta, insieme, una concezione tecnologica e di business che la società di Larry Allison posiziona come fondamenta della propria suite applicativa e della propria mission "monolitica" e che, tra l’altro, è anche alla base delle funzionalità analitiche recentemente introdotte con il Daily Business Close. "Si tratta – come ha precisato Roberto Negro, Solution Team Oracle e-Business Suite – dell’evoluzione delle tecnologie di base applicative e funzionali frutto di una precisa strategia di business perseguita negli ultimi anni".


Il concetto è stato sviluppato per risolvere una problematica che, secondo Oracle, affligge gli utenti di aziende di qualsiasi dimensioni, con particolare riferimento agli strati manageriali, che sono quelli che più necessitano di qualità e tempestività dell’informazione.


Il problema della ridondanza di portali interni, della frammentazione dei dati nei database di differenti sistemi e, non ultimo, della mancanza di integrazione di questi all’interno dei flussi aziendali, si può risolvere secondo Oracle solo attraverso un’infrastruttura che abiliti, a monte, la gestione dell’informazione a livello globale nell’azienda. Tutte problematiche indirizzate, appunto, con l’Information Architecture. Anche chi sfrutta un warehouse come punto di incontro di differenti basi dati non può prescindere dal problema del suo mantenimento: l’alimentazione della struttura, infatti, è un’operazione di batch onerosa dal punto di vista dell’hardware impegnato, che viene effettuata periodicamente a intervalli temporali non trascurabili (spesso, una volta al giorno). Come logica conseguenza l’utente ha a che fare con informazioni non aggiornate in tempo reale.


Gli elementi che differenziano l’approccio di Oracle a queste problematiche, ossia i tratti salienti dell’Information Architecture, puntano a "bypassare" anche questo scoglio. Innanzitutto esiste un unico modello di dati condiviso da tutte le applicazioni, che è affiancato dalla presenza di un unico database centrale (si tratta, è ovvio, di Oracle 9i).


Queste due condizioni preliminari abilitano l’automazione completa dei processi aziendali, senza soluzioni di continuità che interrompano, a livello di dato o di applicazione, i flussi produttivi e di business. "Avendo un unico modello di dati e un potente motore di workflow – ha aggiunto Negro – è facile costruire un business flow continuo, adottando best practices globali e disegnando di conseguenza processi di business flessibili, analizzabili e modificabili, basati su un unico stack tecnologico".

Portali personalizzabili


La struttura globale e univoca dei dati abilita, poi, lo sfruttamento trasversale e "in tempo reale" di funzionalità di Business intelligence integrate nella struttura, rese fruibili, per quanto riguarda il front end, dalla presenza dei portali aziendali informativi, personalizzabili per profili professionali e accessibili da parte di ogni dispositivo. Caratteristica, questa, che ha trovato un’applicazione particolare nel Daily Business Close, una funzionalità recentemente inserita nelle Oracle e-Business Suite che consente una sorta di consuntivo quotidiano di business personalizzato. Tutto ciò è possibile sempre in virtù della presenza di un unico database e di una infrastruttura in grado di pubblicare le informazioni su dispositivi mobili (si tratta di Oracle 9i Application Server in versione wireless). Una "normale" suite applicativa, composta da pacchetti di differenti vendor, non è in grado secondo Oracle di rispondere a questo ampio ventaglio di esigenze, e mostra tutta la propria debolezza soprattutto nel momento in cui si deve cambiare la release di un prodotto, quando il travaso dei dati può bloccare il lavoro dell’azienda. E proprio dalle tematiche legate all’integrazione, Oracle coglie l’occasione per sottolineare un ulteriore plus che la sua piattaforma tecnologia porterebbe con sé: la riduzione dei costi e tempi di implementazione grazie alla presenza di modelli precostituiti facilmente adattabili in caso di necessità.


Oracle, di fatto, per la propria suite applicativa ama parlare di configurazioni e non di personalizzazioni, sostenendo che ricorrere alla modifica del codice del software non è la scelta ottimale. Rispetto all’approccio tradizionale, dunque, che pone di fronte al bivio se cambiare i processi aziendali oppure personalizzare il software, Oracle propone una terza soluzione, che consiste nella possibilità di configurare modelli di dati, processi, maschere e portali tramite strumenti disponibili online su piattaforma Web. È possibile, in sostanza, rimappare velocemente e in qualsiasi momento un’applicazione in base a nuovi flussi ottimizzati. La condizione per fruire di tali benefici è sposare in blocco la causa Oracle, meglio ancora se si sfruttano i benefici dell’intera suite. Nonostante, ci tiene ad assicurare la società, si tratti di un matrimonio pronto a integrare tanto il legacy quanto sistemi personalizzati (grazie ai servizi offerti da Oracle 9i As), e sia assolutamente in linea con tutti gli standard che supportano l’apertura: dagli Web service (ebXml, Soap) a Ejb e per quanto riguarda i dati e i componenti.

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