L’ineluttabile Business intelligence

Idc, pronuba Teradata, stabilisce che o si fa Bi o si è fuori dal business. Eppure l’istinto sopravvive.

Secondo John Gantz, chief research officer di Idc, «è ora di dare la sveglia alle società che non utilizzano la Business intelligence sia per la propria attività operativa che per prendere decisioni strategiche di business».

Lo ha scritto nel rapporto “Taming Information Chaos: A State of the Art Report on the Use of Business Intelligence for Decision Making” (Come Addomesticare il Caos Informativo: un Rapporto Aggiornato sull’Impiego della Business Intelligence nel Processo Decisionale), sponzorizzato da Teradata.

Lo studio globale sui meccanismi del processo decisionale delle aziende è stato redatto sulla base di un sondaggio a cui hanno risposto 1.072 manager di 22 paesi, di cui il 39% occupa posizioni di management nel settore It mentre il 61% è fatto da manager di linee di business, e dimostra che si sta ampliando il divario tra chi utilizza e chi non utilizza sistemi di Bi.

Lo studio quantifica il divario tra i leader di mercato e le aziende che non si distaccano dalla media, dal punto di vista dell’utilizzo della tecnologia impiegata per supportare il processo decisionale. Il 66% dei leader sostiene che il proprio management comprende a fondo la necessità di investire in Bi, rispetto al 15% delle società che non si distinguono dalla media. Tra i leader è maggiore la probabilità di utilizzare la Bi anche nelle attività operative di prima linea e di favorirne l’impiego da parte dei propri clienti e fornitori. È elevato il numero di aziende leader che hanno sostenuto che un eventuale blocco del sistema di BI avrebbe un impatto negativo “immediato”. I leader inoltre hanno indicato con maggiore frequenza (rispetto alle società “nella media”) la Bi come la loro principale iniziativa per lo sviluppo del business e sono maggiormente in grado di misurare il ritorno sull’investimento in Bi.

Il 98% degli intervistati ha affermato di aver incluso le soluzioni di business
intelligence tra le prime 10 priorità organizzative della propria azienda per il 2007, ciononostante, il 37% di tutte le decisioni di business rimane basato sull’istinto: processo decisionale è basato sull’istinto soprattutto nelle regioni dell’area Asia/Pacifico, rispetto ai mercati americano ed europeo.

Altri dati significativi: il 48% degli intervistati ha affermato che il proprio personale operativo di prima linea (cassieri, operatori di call center, operatori allo sportello bancario) quest’anno ha dovuto prendere più decisioni rispetto al 2006 e il 54% ha affermato che gli operatori di prima linea aveva a disposizione soluzioni di business intelligence.

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