Linee guida per la privacy

Dopo un anno, pronte le linee guida sul tema Rfid e Privacy.

Se siete i titolari (o i responsabili della logistica) di un’azienda consumer
che ha intenzione di adottare una soluzione Rfid, è il caso di fare una visita
al sito del Center for Democracy & Technology.
Questa no profit
con sede a Washinghton ha infatti messo intorno a un tavolo alcuni dei
principali attori del mercato dell’Rfid (American Library Association,
aQuantive, Cisco Systems, Eli Lilly and Company, Ibm, Intel, Microsoft, la
National Consumers League statunitense, Procter &Gamble, VeriSign e Visa)
per realizzare le prime linee guida sul tema “privacy ed Rfid”.


Pubblicato il 1° maggio, il documento ha richiesto più di un anno
di lavoro e punta alla completa tutela del consumatore e alla massima
trasparenza delle aziende che, per esempio, devono sempre informare i clienti
sull’eventuale presenza di tag o fornire le istruzioni per disattivare le
etichette.

Si tratta di uno dei passi più importanti per assicurare
che lo sviluppo della tecnologia Rfid non sia un problema per la privacy delle
singole persone
”, ha spiegato nella coferenza di presentazione del
documento Paula Bruening, tra i consulenti legali del Center for Democracy &
Technology. “Le linee guida stabiliscono un equilibrio, riconoscendo, sì, il
diritto alla tutela dei dati personali di ogni cittadino, ma assicurando anche a
una tecnologia che si sta sviluppando tutta la flessibilità di cui ha bisogno
per evolversi
”.

E se da una parte le regole cercano di tutelare i
diritti dei consumatori, dall’altra anche la tecnologia fa il suo: dopo averne
annunciato lo sviluppo nei mesi scorsi, Ibm ha presentato la “clipped tag”,
un’etichetta facilmente disattivabile da qualsiasi consumatore.
In che modo?

Basta strapparla.
La tag di Ibm presenta infatti delle perforazioni,
simili a quelle che separano due francobolli. Se viene strappata proprio in quel
punto (recidendo quindi gran parte dell’antenna), per l’etichetta, che continua
a mantenere tutte le informazioni all’interno, viene limitato il raggio
d’azione, che passa da tre metri a pochissimi centimetri. “La “clipped tag”
dà al consumatore l’opzione di disabilitare l’etichetta senza eliminare la
possibilità di riutilizzarla in futuro
”, dice Paul Moskowitz,
uno dei ricercatori di Ibm che ha lavorato alla sua realizzazione.

www.rfiditalia.com

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