L’industria crede nella Bi. Scenari e tendenze

Le aziende medio-grandi del settore hanno compreso il ruolo assunto dalle informazioni per supportare le strategie di business. Lo testimonia la ricerca promossa da Sas e realizzata da NetConsulting, che mette in luce l’importanza acquisita dai tool di Business intelligence

Il valore crescente attribuito alle informazioni dall’industria è emerso chiaramente dai risultati di un recente studio commissionato da Sas a NetConsulting. Le interviste a top manager e responsabili del sistema informativo raccolte dalla società di ricerca hanno fornito un quadro indicativo del livello di introduzione degli strumenti di Business intelligence, del loro utilizzo effettivo, dei progetti in corso e, infine, del modello di interazione fornitori/clienti e del ruolo dei vendor. «Il momento storico – ha evidenziato Giancarlo Capitani, responsabile di NetConsultingè di grande difficoltà economica, di natura strutturale e non congiunturale, come evidenziato anche da Banca d’Italia. Gli investimenti si sono ridotti rispetto alla spesa programmata anche se la percezione è che si debba continuare a credere nelle nuove tecnologie». E la Business intelligence la fa da padrone. La complessità organizzativa e gestionale è in crescita e l’integrazione tra i vari applicativi resta scarsa. Le imprese del settore industriale iniziano, quindi, a capire l’importanza delle informazioni al fine del controllo dei costi e dell’efficacia delle proprie azioni strategiche.
Nel 2001 il mercato in questione ha registrato una crescita pari al 15,2%, superiore a quella del mercato software nel suo complesso (+13,8%), attestandosi su un valore pari a 354,6 milioni di euro. Nel 2002, nonostante si preveda un rallentamento rispetto all’anno precedente, si dovrebbe registrare un aumento del 12,6%. Tale andamento della domanda di soluzioni di Bi è sintomo della maggiore consapevolezza acquisita dalle aziende italiane, della necessità di strumenti volti a ottimizzare la gestione del confuso patrimonio di dati di cui dispongono. All’interno delle informazioni considerate di natura strategica spiccano quelle sui clienti, sull’area amministrativa-gestionale, sulle vendite, sugli indici economici che rispecchiano l’andamento delle attività. «L’aspetto produttivo – ha proseguito Capitani – risulta, invece, essere ancora relativamente monitorato. Tra i miglioramenti attesi rientra sicuramente il reporting, che dovrebbe diventare più preciso, frequente e veloce. La visione dei tool di Bi come strumenti fondamentali per governare l’azienda è stata condivisa dall’81,2% dei top manager intervistati».
Le aree dove le soluzioni sono più utilizzate sono quelle dell’amministrazione e, solo in subordine, sistemi informativi, marketing e vendite (proprio in queste due aree si avverte maggiormente l’esigenza di soluzioni di Bi in quanto il livello e la qualità delle informazioni è ancora considerato carente e non adeguato alle esigenze). I progetti reali si stanno concentrando sull’integrazione tra aree funzionali, in grado di coprire l’intera catena del valore dell’informazione, dal monitoraggio dei fornitori all’ottimizzazione delle politiche di acquisto, dalla gestione delle risorse umane alla segmentazione dei propri clienti.
Quasi il 66% delle imprese industriali intervistate ha previsto, o ha già in corso, progetti di Bi pervasivi in tutte le differenti aree aziendali, mentre risulta meno pressante l’esigenza di soluzioni di data warehousing.
«È chiara la situazione di crescente pervasività della Business intelligence – ha sottolinato ulteriormente Capitani – che sta assumendo un ruolo baricentrico nel processo di costruzione di un’infrastruttura di governance. Le aziende, infatti, sono destinate a diventare “customer centriche”, aperte sul modello “sense and respond”, ma per far ciò dovranno transitare dall’essere “information centriche”».


Non solo tecnologia

La Bi non è più considerata come una questione puramente tecnologica. La tendenza è confermata dal fatto che, accanto ai manager dei sistemi informativi e alla direzione, i responsabili funzionali vanno acquisendo un ruolo di primo piano nell’assunzione della decisione relativa all’eventuale investimento. Tale situazione comporta una complessità della domanda che determina una maggiore selettività nella scelta dei fornitori. Il costo non è più considerato un criterio discriminante, ma si rende necessaria una valutazione più approfondita, che deve prendere in considerazione un mix di caratteristiche, tra cui funzionalità, stato dell’arte, know how tecnologico, approccio settoriale, capacità del vendor di percepire i cambiamenti e possibilità di instaurare una relazione stabile e continuativa. «La percezione dichiarata dagli intervistati – ha concluso Capitani -, è positiva per quanto riguarda tutti i vendor di soluzioni di Bi, in particolare per Sas. In generale, le aziende industriali sono convinte che una gestione non efficiente del dato può determinare una crescita dei costi e una perdita di vantaggio competitivo, mentre il contrario comporta benefici visibili in quanto la tempestività decisionale si trasforma in profitto».

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