L’incentivo dei certificati bianchi

Hp è uno dei pochi vendor It attivi sul fronte dei cosiddetti certificati bianchi. «In pratica – spiega Vinicio De Luca, responsabile soluzioni infrastrutturali, consulting e integrazione di Hp Italia -, si tratta di un sistema di rimborsi che sfrutta …

Hp è uno dei pochi vendor It attivi sul fronte dei cosiddetti certificati bianchi. «In pratica – spiega Vinicio De Luca, responsabile soluzioni infrastrutturali, consulting e integrazione di Hp Italia -, si tratta di un sistema di rimborsi che sfrutta un principio molto chiaro. Se si rinnova un Ced e si dimostra che, con le migliorie introdotte, si consuma meno, allora si ha diritto a ottenere in cambio un controvalore economico». I certificati bianchi, detti anche Titoli di efficienza energetica (Tee), sono un fenomeno per ora tutto italiano. Entrati in vigore nel gennaio del 2005 «per il settore It – sostiene Giovanni Bartucci, socio della Energy saving company veneta Studio Bartucci – il loro conseguimento è a portata dei data center di medie e grandi dimensioni. Perché un progetto sia ammissibile, infatti, occorre dimostrare, calcoli alla mano, che permette di far risparmiare energia in una misura minima di 100 Tep, ovvero Tonnellate di petrolio equivalente consumate per produrla. Un Tep corrisponde al consumo annuo di energia elettrica di una famiglia media. Il suo controvalore economico, così come stabilito dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, è di 100 euro». In partica, l’azienda virtuosa che rivede il proprio data center in ottica verde, una volta che il suo progetto ottiene l’approvazione dell’Autorità riceverà, per i successivi 5 anni, 100 euro l’anno per ciascun Tep di energia risparmiata.

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