L’importanza di normalizzare le anagrafiche di prodotti e clienti

5% La quota di budget It dedicata alla Bi

Andrea Gaggianese, responsabile organizzazione e S.I. di Ponti

È dal 2004 che Ponti ha introdotto strumenti di Business intelligence. «Da allora, gli interventi di post-implementazione e manutenzione legati alla soluzione scelta, sono stati contenuti», ha indicato Andrea Gaggianese, responsabile organizzazione e sistemi informativi di Ponti. La decisione di adottare Mpc (software Web-based originariamente realizzato da Geac, ora entrata nel gruppo Infor) è seguita a un’analisi preliminare delle esigenze societarie. «Dopo aver valutato le offerte di vari vendor – ha continuato il manager -, la scelta è ricaduta sull’applicazione che meglio sembrava rispondere ai nostri bisogni, vale a dire analisi delle vendite e delle marginalità per prodotto/cliente».

A oggi Mpc è usato principalmente per la costruzione di report personalizzati in base alle esigenze delle funzioni aziendali interessate: direzione, area commerciale, controller. «L’applicazione consente, comunque, anche funzionalità di data mining e cruscotti, che potrebbero essere oggetto di implementazione futura– ha puntualizzato Gaggianese – anche se, nel breve periodo, l’attuale quota di budget It destinata specificatamente alla Bi, circa il 5%, non dovrebbe subire incrementi significativi». Resta, comunque, il fatto che, oggi, sia la direzione generale che i responsabili vendite hanno a disposizione uno strumento «che consente loro di ottenere in modo autonomo le analisi dell’andamento dell’attività che ritengono utili – ha commentato -. Questo sia a livello aggregato, confrontando periodi, aree di vendita, linee di prodotti, sia a livello di dettaglio, mediante un sistema di drill down che consente di “esplodere” i dati che a livello macro presentano spunti di interesse. In precedenza, report di questo tipo, in molti casi, richiedevano interventi specifici da parte dell’It».

In fase di deployment, Ponti ha dovuto procedere a un intervento di normalizzazione delle anagrafiche prodotti e clienti, in modo da poter avere dei dati consistenti al fine di creare le aggregazioni e le gerarchie necessarie per alimentare in modo coerente il datawarehouse e permettere il buon funzionamento della soluzione di Bi. «C’è stato un grosso impegno di una persona all’interno dell’It – ha rammentato Gaggianese -, che, interfacciandosi con il personale amministrativo, ha consentito di risolvere i vari problemi che via via si presentavano, consentendo al progetto di proseguire e di andare a buon fine». In fase di analisi e progettazione, invece, la società si è dovuta misurare con il fornitore e con l’allineamento tra le esigenze aziendali e le possibilità offerte dal prodotto, «anche per evitare aspettative poi non rispondenti al vero. Importante è stato anche pensare al prodotto in termini di soluzione a 360° per gli utilizzatori. In una fase del progetto, ad esempio, è stato fondamentale focalizzare l’attenzione e gli sforzi del partner, che nel nostro caso è stato Brainware, sulla velocità dell’applicazione, che agli occhi dell’utente riveste un’importanza primaria». Nel complesso, comunque, Gaggianese si dice soddisfatto del rapporto con il sistema d’offerta: «Credo sia importante che in fase di progetto si chiariscano bene quali sono le esigenze che si vogliono soddisfare con una soluzione di Bi, quali analisi e quali report sono ritenuti utili a livello di supporto decisionale. Determinare gli obiettivi nel modo più preciso possibile è un buon punto di partenza per scegliere il prodotto giusto per la propria azienda».

E se fosse chiamato a esprimere un consiglio, Gaggianese suggerirebbe di valutare la facilità di utilizzo: «con una soluzione di Bi, l’attività dell’It dovrebbe essere limitata agli aspetti tecnici di alimentazione dei dati o alla gestione di richieste particolari; l’utilizzatore deve, però, essere il più possibile autonomo e per fare questo gli si deve fornire uno strumento di facile gestione».

L’azienda

Fondato nel 1867 da Giovanni Ponti, il gruppo Ponti si pone oggi tra i nomi noti a livello europeo per la produzione degli aceti di vino e balsamico di Modena, con un fatturato che dai 30 milioni di euro del 1989 è passato ai 100 dello scorso anno. Grazie anche alla posizione acquisita nel mercato delle verdure conservate sott’olio e sottaceto. Quattro le unità produttive a Ghemme (No), Dosson (Tv), Vignola (Mo) e Anagni (Fr).

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