L’Ict protagonista nei progetti di Italdesign Giugiaro

L’evoluzione tecnologica, che negli anni ha coinvolto la realtà creativa piemontese, mira a ottenere personalizzazioni sempre più spinte e utili per chi lavora su commessa nel settore dell’ingegneria

«Analizzare le infrastrutture esistenti per comprendere come l’Ict può supportare al meglio il business di una realtà come Italdesign Giugiaro». Giuseppe Savino ha le idee chiare. Entrato all’interno dell’icona made in Italy per eccellenza nell’ambito del design, prima ancora di laurearsi in Economia e Commercio presso l’università di Torino, da dieci anni ricopre il ruolo di Cio nella società nata per proporre servizi di creatività e ingegneria per automotive e industrial design. «I riflessi di una crisi economica che ha colpito duramente anche il settore automotive – spiega – si sono fatti sentire fin da subito, spingendoci a introdurre, con crescente intensità, trazioni ibride ed elettriche nei progetti e a implementare ulteriormente l’elettronica a bordo veicolo».

Com’è facile intuire, il processo di sviluppo è quello che tocca più da vicino la realtà in cui, dal 1968 a oggi, sono stati disegnati e prototipati oltre 200 modelli di autovetture di serie per un totale di 50 milioni di veicoli prodotti dalle più blasonate case automobilistiche di tutto il mondo, e a cui è stato nel tempo richiesto di aumentare in maniera considerevole il ricorso alle attività di simulazione, al fine di diminuire sensibilmente i tempi di sviluppo.

«La frammentazione delle attività, la sempre maggiore richiesta d’integrazione con le aziende costruttrici unita all’elevata mobilità del personale e alla distribuzione geografica dei dati, hanno però determinato un problema contingente di gestione della conoscenza e di accesso alle informazioni – sottolinea Savino -. Questo ha richiesto un adeguamento tecnologico tempestivo che, oggi come oggi, trova anche nel fenomeno della consumerizzazione le proprie risposte in merito a strumenti di aggregazione e sintesi dell’informazione in grado di gestire ambienti eterogenei, talvolta molto complessi che, nel caso delle nostra realtà, guardano con interesse al software tecnico per la visualizzazione».

Ma non è sempre stato così. L’ingresso di Savino in Italdesign Giugiaro in qualità di amministratore di sistema è coinciso con la prima informatizzazione massiva dell’azienda, che ha visto l’introduzione dei primi sistemi di modellazione tridimensionale. «Proprio in quegli anni – racconta il diretto interessato – il reparto d’ingegneria ha vissuto una nuova alfabetizzazione in cui i disegnatori si sono trasformati in tecnici specializzati nel software Cad, tracciando una prima divisione netta fra il personale più giovane, che ha reagito più prontamente ai cambiamenti a fronte, però, di una minore esperienza, e chi ha fatto fatica ad abbandonare il tecnigrafo». Il naturale step successivo è stata la migrazione verso quelle tecnologie Cam per la realizzazione fisica in officina di quello che fino a quel momento era stato solo un modello concettuale digitalizzato.

All’epoca, contrariamente al più diffuso orientamento mainframe, l’azienda ha optato per un approccio basato su workstation. «Da qui in poi, dal punto di vista delle applicazioni, si è aperto un mondo – conferma il Cio -. La comparsa di strumenti di simulazione in ambito meccanico e strutturale ha gettato le basi per l’altra grande rivoluzione rappresentata dal Cae, ossia dall’ingegneria assistita dal computer». Non senza alcune, logiche, difficoltà tecnologiche.

«Seppur non insormontabili – conferma Savino -, già all’inizio degli anni 90 cominciavano a verificarsi problemi di integrazione e gestione del dato derivanti dalle informazioni accessorie in aumento nell’area tecnica. Altri fenomeni si stavano nel frattempo verificando nella parte gestionale che, però, all’epoca, era sotto il controllo dell’amministrazione. Con il passare degli anni la tecnologia è cresciuta in maniera esponenziale abbassando i costi soprattutto dell’hardware e allargando lo spettro applicativo e la diffusione di questo genere di strumenti, all’epoca forniti da realtà leader nel proprio ambito come, per esempio, Silicon Graphics».

Com’è logico supporre, l’infrastruttura tecnologica sulla quale si basa una realtà come Italdesign Giugiaro poggia anche su pilastri portanti, rappresentati da un’informatica gestionale tradizionale «sulla quale – spiega Savino – attuiamo una serie di personalizzazione in base ai progetti da curare. Cinque anni fa la scelta è stata quella di andare in netta controtendenza rispetto a un mercato inneggiante Sap per implementare un Erp di casa Oracle, il cui database era più conosciuto dalle persone del mio dipartimento e più affine alle tecnologie già adottate al nostro interno. A convincerci è stata soprattutto la possibilità di gestire facilmente quelle stesse personalizzazioni che rappresentano il core business per chi, come noi, lavora su commessa nel settore dell’ingegneria».

Sul lato della gestione del ciclo di vita del prodotto, vista l’impossibilità di trovare software ad hoc per il nostro mercato, il team di Savino ha optato per un’applicazione legacy proprietaria che, di volta in volta, viene adattata ai cicli interni delle case automobilistiche clienti.

«In collaborazione con la società Engineering – spiega il manager – abbiamo sviluppato in Java un pacchetto che utilizza un’applicazione di Websense, è basato su database Oracle e possiede un asset di funzioni performanti a uso e consumo di chi progetta e deve poter testare i risultati delle proprie sperimentazioni al fine di saggiare la validità o meno di un progetto».

Con la simulazione che guadagnava un peso sempre più importante ha, poi, preso piede anche l’informatizzazione dello stile, tanto da determinare l’avvento della realtà virtuale, «un fenomeno – prosegue Savino – che ci ha convinto dell’importanza di dotarci di strumenti di sintesi e supporto come i centri di realtà virtuale». In tal senso, quello presente nell’attuale sede di Italdesign Giugiaro, a Moncalieri, alle porte di Torino, rappresenta solo l’ultima evoluzione di questo genere di tecnologie. «Al suo interno – precisa il manager – si condividono interi progetti con i clienti e si tocca con mano lo stato di avanzamento dei lavori anche grazie a tecnologie innovative come Microsoft Surface, che permette di avere a diposizione un’interfaccia orizzontale a 360° sulla quale interagire in modo simultaneo con informazioni, contenuti e oggetti fisici, come nel mondo reale».

Così, similmente a quanto avvenuto anni fa con Vmware, oggi è la partnership con Microsoft a tener banco in Italdesign Giugiaro che, nei prossimi cinque anni, intende coinvolgere la multinazionale sul proprio portale aziendale, ma anche nella condivisione delle comunicazioni per rendere fruibili a tutti contenuti e tecnologie, nonché nelle applicazioni grafiche avanzate, nei servizi online e anche nelle soluzioni a bordo vettura.

E per quanto riguarda virtualizzazione e cloud computing? Per Savino, non ci sono dubbi: «Come le tecnologie che oggi cominciano a sembrare mature qualche anno fa non erano così affidabili, così il cloud computing e i servizi disponibili in rete si riveleranno strategicamente vincenti nel prossimo futuro. Tuttavia, una realtà come la nostra non può sottovalutare gli stringenti vincoli legati alla sicurezza che i clienti e il mercato ci impongono».

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