Il costruttore di stampanti per computer Lexmark prevede una riduzione del personale di poco inferiore al 10%, pari a 900 posti di lavoro. La decisione rientra nel quadro della strategia di ristrutturazione presa dopo l’annuncio dei risultati del terzo …
Il costruttore di stampanti per computer Lexmark prevede una
riduzione del personale di poco inferiore al 10%, pari a 900 posti di
lavoro. La decisione rientra nel quadro della strategia di
ristrutturazione presa dopo l’annuncio dei risultati del terzo
trimestre, in cui l’utile è risultato leggermente superiore alle
stime degli analisti. Alla notizia, il titolo Lexmark, che la scorsa
settimana ha raggiunto il valore minimo dell’anno con 28,75 dollari,
ha recuperato oltre il 16%, ritornando sui 34 dollari. Una quota
ancora lontanissima dal massimo raggiunto lo scorso marzo, quando
Lexmark valeva quasi 136 dollari. L’azienda, che conta 11mila
dipendenti in tutto il mondo, ha riferito attraverso il presidente e
Ceo Paul Curlander, che il suo piano di ristrutturazione avrà un
costo prima delle tasse compreso tra i 35 e i 40 milioni di dollari.
I costi si riferiscono alla riallocazione di parte delle risorse
produttive delle stampanti nelle regioni del Sud America e dell’Asia,
oltre che dei costi di pensionamento e di dismissione di alcuni asset.
Lunedì Lexmark aveva riportato un utile trimestrale di 66,1 milioni
di dollari, in calo dai 76,5 milioni di un anno prima. Il fatturato è
aumentato del 10%, passando dagli 845 milioni di un anno fa agli
attuali 926,6 milioni di dollari. In nove mesi Lexmark ha guadagnato
230,4 milioni a fronte di 2,71 miliardi di fatturato.