L’evoluzione dello storage networking secondo Cnt

La possibilità di partizionare gli switch, le dimensioni ridotte e funzionalità di servizio distinguono i nuovi dispositivi di Umd, che oltrepassano, doppiandolo, il limite delle 256 porte.

15 settembre 2004

Prosegue verso l’integrazione di nuovi servizi l’evoluzione degli switch per le San (Storage area network). L’americana Cnt ha presentato la quarta generazione dei sui switch director, gli Umd (UltraNet multiservice director), proprio come dei dispositivi per la prima volta “intelligenti”. L’azienda fa, infatti, dell’innovazione la sua carta vincente.


«Siamo stati i primi a proporre uno switch fiber channel a 256 porte – ricorda Pierluigi Sandonà , amministratore delegato di Cnt Italia – e ora arriviamo per primi alle 512 porte».


L’intelligenza degli switch Umd si declina in una maggiore disponibilità di servizi e funzionalità una volta tipiche delle infrastrutture di storage.


Il trend si giustifica con la possibilità di sgravare lo storage da un lavoro aggiuntivo non necessariamente di sua competenza a tutto vantaggio delle performance generali.


«I nostri switch hanno il compito di risolvere i problemi di gestione in ambienti storage sempre più eterogenei – prosegue Sandonà – in previsione di un loro impiego anche in situazioni di business continuity e disaster recovery e li consideriamo interessanti per ambienti sia Ficon che Fiber Channel».


La famiglia di Umd di Cnt, realizzata su architettura UltraScale, si compone di quattro modelli di cui solo uno non scalabile. I modelli 7, 16 e 32 (da 128 a 512 porte) possono scalare liberamente anche on field e forniscono fino a 5 Tbps di throughput e 4 Gbps di data rate.


La scalabilità, la modularità, unite alla possibilità di uno swap a caldo, e, soprattutto la possibilità di partizionare gli switch (con almeno 32 porte per ogni partizione) usandone, per esempio, una per il testing, sono le caratteristiche distintive degli switch di Cnt.


«Queste caratteristiche, ormai fondamentali – sostiene Roberto De Santis, product manager italiano per gli Umd – sono disponibili in un unico dispositivo. Il nostro 256 porte, infatti, è grande quanto un 64 porte della precedente generazione e questo è un grande vantaggio per i clienti».


I servizi proposti mediante software includono funzionalità di sicurezza, estensioni a Wan e Man, virtualizzazione, replica, gestione generale (diagnositica avanzata, nuove funzionalità di reporting) e la libertà di suddividere la banda passante come si preferisce. In particolare, la virtualizzazione è gestita tramite un blade aggiuntivo che usa il protocollo Fais.


«Tramite il Fais – sottolinea De Santis – è possibile aggirare il lock dei diversi vendor di storage che, spesso, consentono di virtualizzare solo attraverso il software proprietario».


I servizi di gestione possono anche essere personalizzati dai vendor che hanno a listino le soluzioni Cnt grazie alla disponibilità delle Api.


L’azienda, presente in Italia dal 1993 prima come Dataswitch, si propone a banche e telco in maniera diretta o tramite il canale Ibm.


«Oltre a Ibm – conclude Sandonà – anche Hitachi e Emc2 presenteranno gli Umd a listino entro i primi mesi del 2005».

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