Dopo cinturini, occhiali, scarpe e tanta altra tecnologia indossabile, è il momento delle giacche; il primo giubbotto smart marchiato Levi’s sarà un classico, reinterpretato naturalmente al digitale: si tratta della giacca Trucker della linea Commuter. Il giubbotto smart si basa sulla tecnologia Project Jacquard del gruppo ATAP (Advanced Technology and Projects) di Google, una sorta di incubatore tecnologico in-house che porta avanti progetti innovativi. Sarà da verificare se supporta solo Android o è compatibile anche con iPhone.
Project Jacquard consente di aggiungere capacità interattive al tocco e ai gesti a prodotti tessili quali vestiti e finiture d’arredamento. Ciò è possibile intrecciando degli speciali fili conduttivi a quelli tradizionali, sintetici o naturali, quali cotone, fibra poliestere o seta. Tali fili conduttivi lavorano in abbinamento a componenti elettronici miniaturizzati che sono stati sviluppati per essere quanto più piccoli e discreti possibile, non più grandi di un bottone. L’elettronica di complemento cattura l’interazione gestuale, la elabora e la trasmette via wireless allo smartphone. Sfiorando le aree attive dell’indumento, quindi, si possono inviare comandi allo smartphone.
Levi’s è la prima azienda di abbigliamento a realizzare una partnership con Google ATAP per il Project Jacquard. I due team, Levi’s e Google, hanno quindi collaborato per creare una versione moderna e interattiva del denim. Il frutto di questa collaborazione, che era già stato presentato, è ora pronto a raggiungere il mercato nel prodotto commerciale, precisamente la giacca Levi’s Commuter Trucker. Il giubbotto consentirà di impartire una serie di comandi allo smartphone senza doverlo impugnare, ma toccando delle zone della giacca.
Il giubbotto smart Levi’s sarà disponibile in autunno al prezzo di 350 dollari (al momento è noto solo il prezzo in dollari). A parte il prezzo, sarà da verificare se l’interazione sarà limitata ai soli smartphone Android o ci sarà anche il supporto per iPhone. Essendo una tecnologia sviluppata da Google, non è detto che funzioni (o che lo faccia in maniera identica) anche con iOS.