Legge e prassi in mostra ad Omat

Il futuro del documentale è elettronico, grazie anche allo Straight Through Processing. Ma le leggi attendono regolamenti ed effettive attuazioni

Non è proprio quotidiano celebrare i 19 anni di una manifestazione ICT, ma è proprio questa l’età di Omat, anche quest’anno ospitata in autunno a Roma.
 
Le formule si susseguono, gli slogan s’irridono e le tecnologie si scavalcano, ma la manifestazione che Iter lanciò nella Capitale in un ormai preistorico 1990 resta un punto fermo nella gestione tecnica, strategica e normativa dei documenti e dei loro contenuti.

L’edizione 2008 è imperniata su due sessioni plenarie: digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti per l’apertura di mercoledì 12, fatturazione elettronica nel pomeriggio di giovedì 13 novembre. I due argomenti sono collegatissimi: la dematerializzazione delle fatture porterebbe ad un risparmio annuo di un punto di Pil, circa 14 miliardi di euro annui, solo nel B2B. Il pubblico sembra gradire la formula attuale.

Nel primo giorno i dati di Iter parlano di un aumento del 34% dei visitatori rispetto all’edizione 2007, che effettivamente ebbe poca fortuna.

Nella prima sala plenaria si sono anche superati i 200 presenti, con un certo ringiovanimento dell’audience, più rappresentato nella fascia intorno ai 35 anni di età. D’altronde si parla di un business piuttosto vitale.

Il mercato dei contenuti digitali “non propriamente strutturati” cresce in controtendenza: “negli ultimi mesi è cresciuto di oltre il 15%”, spiega Vincenzo Gambetta, consulente storico di Iter, “fino a raggiungere un valore che per il 2008 può essere stimato in 1,2 miliardi di Euro, per il 70% costituiti da servizi”.

E i prossimi anni seguiranno l’onda lunga dello STP, Straight Through Processing, la gestione dei processi interamente in elettronico. E se la certezza del business duraturo è nella legge, troppo spesso si confondono, nel linguaggio generale, i disegni o i progetti di legge con i rispettivi regolamenti, senza i quali nulla è attuabile. E molte cose, infatti, non vengono realizzate.

Un esempio? “La nuova delega all’attuazione digitale, alla quale il Governo sta lavorando, in sé non serve”, ha detto Ermanno Granelli, Consigliere della Corte dei Conti, “ma basterebbe rendere operativa la delega del governo precedente.

L’attuale codice della PA digitale già prevede l’adozione del web come canale di comunicazione con i cittadini”, ha proseguito Granelli; è un invito, aggiungiamo noi, che va letto come un obbligo, che nessuno ha mai fatto rispettare. In situazioni così confuse, certo l’accavallarsi di Governi con impostazioni diverse non aiuta le aziende, che devono districarsi.

Ed ecco che entra in ballo una delle specificità di Omat: l’attenzione alla norma, alla sua proposizione, all’attuazione, alla modifica.

Si tratta di una continuità premiata dai suoi investitori storici, quegli otto-dieci nomi quasi sempre presenti alle edizioni milanesi e anche romane della manifestazione, che continua ad attrarre espositori del nord e del sud in maniera paritetica.

Negli ultimi anni, poi, Iter si è rivolta non solo al B2B ma anche direttamente ai propri visitatori, avviando con successo momenti formativi ricolti al grande pubblico dei consulenti e degli esperti.

Tra i convegni di Omat 2008 trovano posto, tra gli altri, Gestione del patrimonio digitale e Sicurezza delle informazioni; nel panorama delle proposte a calendario, invece, dopo i motori di ricerca e l’email marketing si segnala il recentissimo corso su Come fare business su e-Bay, tutti argomenti dedicati ad un ampio pubblico.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome