L’efficienza secondo Steve Ballmer

La nuova normalità convive anche con Windows 7.

Il Ceo di Microsoft, Steve Ballmer, è intervenuto pubblicamente, a San Francisco, e per iscritto, con la trascrizione del discorso in forma di lettera aperta sul sito della società intitolata The new efficiency , sui temi della situazione economica e del ruolo dell’It.

L’aire gliel’ha dato il lancio, prossimo, del sistema operativo Windows 7.
Per descrivere la contingenza Ballmer parla di “nuova normalità”: i cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi 12 mesi sono diventati strutturali. Come si vive e si lavora ora, lo si farà anche in futuro.

In che modo? Stando attenti ai costi, risparmiando laddove possibile, investendo con ponderazione.
Il contesto si traduce in una, appunto, “nuova efficienza”, che Ballmer traduce (cambiando l’ordine dei fattori della vulgata) in “con meno, fare di più”.
L’inversione non è vestigiale e significa, alla sostanza: prendiamo atto definitivamente che tutti abbiamo meno risorse a disposizione e riprendiamo a fare, smettendo di voltarci indietro.

Il senso del pensiero ballmeriano ha anche radici tecnologiche (e ci mancherebbe): forse come non mai oggi l’It ci consente di risparmiare e innovare contemporaneamente, e quindi facciamolo e investiamoci. In questo travagliato periodo, per il Ceo, Microsoft la sua parte la sta facendo, mettendo a disposizione sistemi come Windows Server 2008 R2, l’imminente Windows 7 e il prossimo Exchange Server 2010.

Ballmer arriva addirittura a definirsi “ottimista” circa le opportunità di lungo periodo: ora ci sarebbero le condizioni ideali per un’era di crescita e innovazione.

Non sappiamo dire se tale ottimismo possa essere contagioso. Sperare non costa nulla. Su un piano generale vien solamente da osservare che chi ha a che fare con l’It oggi ha l’opportunità di non commettere più gli errori del passato, che non sono stati tanto quelli di puntare su tecnologie sbagliate, quanto il rincorrere le mode, su tutte quella della new economy.
E il “fare di più con meno” rischia di diventarla.
Con meno è più probabile far meno o “fare a meno”.

Far meglio è l’ardua sfida, che se vinta trasforma lo slogan in fatti.

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