Uno degli accorgimenti più utili per contenere gli sprechi energetici in un data center deve essere tenuto in debito conto già nella fase di disegno della facility. «Si tratta – puntualizza Andrea Marini, responsabile business farm development and mana …
Uno degli accorgimenti più utili per contenere gli sprechi energetici in un data center deve essere tenuto in debito conto già nella fase di disegno della facility. «Si tratta – puntualizza Andrea Marini, responsabile business farm development and management della facility i.Net di Settimo Milanese (Mi) – di una best practice che prevede una netta separazione tra corridoio caldo e corridoio freddo, ottenuta allineando i server nella stessa direzione, in modo da creare una zona all’interno della quale aspirare il calore prodotto dalle macchine e una nella quale, invece, il freddo viene iniettato».
I server, infatti, funzionando producono calore che scalda l’aria circostante. L’aria a 16°, utilizzata per ridurre la temperatura dei serventi viene convogliata sul fronte del rack e, aspirata dalle ventole del server stesso, la attraversa arrivando sul retro del rack riscaldata, a causa dell’intensa attività delle Cpu e degli altri componenti. Le temperature in uscita di questo flusso possono variare dai 26/27° per arrivare, su alcuni blade, anche a 40° in uscita. Se questa aria calda ritorna nell’ambiente, c’è il rischio che si ripresenti davanti all’armadio, impedendogli di raffreddare i server correttamente, creando di fatto dei cortocircuiti. «Per evitare questo – conclude -, si crea una netta separazione tra corridoi caldi e freddi, confinando il calore in un volume chiuso e aspirandolo da questo ambiente isolato, come si fa quando si beve una bibita in lattina con una cannuccia, raffreddandolo e reimmettendo l’aria così ottenuta all’interno del corridoio freddo. In alternativa, è possibile trattare direttamente questo flusso caldo nel corridoio caldo, posizionando alcuni condizionatori sull’armadio, riducendone la temperatura prima di riportarlo sul fronte del rack».