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Le voci dell’AI – Episodio 13: cinque storie di successo in cinque settori – pubblicità, sanità, agricoltura, gioco d’azzardo, industria farmaceutica

Ciao a tutti!  Eccoci all’episodio numero 13 di Le voci dell’AI.

In questi primi tre mesi insieme abbiamo visto e commentato il progresso frenetico dell’intelligenza artificiale generativa. In questo tempo insieme abbiamo visto più progresso di quello che vediamo in anni in altri settori dell’industria del software.

Tutto il mondo sta lavorando, per il momento ancora in maniera piuttosto collaborativa, sullo stesso fronte.

Ma, in realtà, Le voci dell’AI non è dedicata solo all’intelligenza artificiale generativa: altri tipi di modelli di AI continuano a fare enormi progressi e a essere utilizzati dalle aziende di tutto il mondo per una miriade di casi d’uso diversi.

Quindi oggi parliamo di cinque storie, cinque aziende diverse in cinque settori diversi dell’industria. Ognuna utilizza un tipo di AI diverso dalle altre per avanzare il proprio business.

La prima azienda di cui parliamo oggi è una delle agenzie pubblicitarie più grandi del mondo, WPP.

L’anno scorso WPP ha utilizzato l’intelligenza artificiale generativa in una maniera rivoluzionaria per quello che sarà probabilmente ricordato come il primo spot personalizzato nella storia della televisione.

In questo caso il cliente di WPP è Cadbury, la seconda azienda al mondo per la produzione di dolciumi.

Lo spot televisivo vede il protagonista, la superstar di Bollywood Shah Rukh Kahn, menzionare una manciata di piccolissime imprese locali in India, dalle quali ha comprato questo o quello oggetto: un paio di occhiali, scarpe, fiori e così via.

Ma l’idea geniale è stata quella di usare l’AI per menzionare molte più piccole imprese di quanto è possibile menzionare in uno spot televisivo.

WPP ha prima clonato la voce di Shah Rukh Khan, poi ha usato la voce sintetica dell’attore per pronunciare il nome di migliaia di piccole imprese; e poi ha usato un altro tipo di AI generativa per sincronizzare il movimento delle labbra dell’attore con la registrazione di ognuno di questi nomi.

Il risultato del processo è che lo spot televisivo è stato creato in centinaia di varianti e in ognuna la star ha menzionato una manciata diversa di piccole aziende.

A questo punto WPP, ha ulteriormente automatizzato il processo, offrendo a qualunque azienda la possibilità di visitare un sito web, inserire il proprio nome e generare automaticamente una versione dello spot personalizzata che può essere condivisa sui social media.

Come potete immaginare i proprietari di queste piccole imprese, che per la maggior parte non hanno nemmeno il proprio sito web, è impazzita di orgoglio: la superstar più amata in India ha menzionato il nome della loro azienda in uno spot televisivo. Tutti devono sentirlo.

Ed è così che WPP ha supportato il business nazionale, che è stato severamente colpito dalla quarantena imposta per ridurre la diffusione del Covid-19 e allo stesso tempo ha aumentato in maniera esponenziale la diffusione dello spot a costo quasi zero e la fedeltà al brand di Cadbury.

Eccezionale. Se non avete visto lo spot, vi consiglio caldamente di guardarlo, perché questo potrebbe essere il futuro della pubblicità.

Ok, cambiamo settore.

Dalla pubblicità ci spostiamo alla sanità.

Il colosso della sanità americano Cigna, in collaborazione con la startup Ellipsis Health, usa un tipo di AI non generativa per analizzare la voce umana e identificare segni di stress.

l’AI tiene conto della cadenza della voce, del tono, delle pause e della scelta delle parole in un’interazione di soli sessanta secondi.

In base a questi parametri, l’AI giudica il livello di stress del soggetto nel giro di una manciata di minuti.

Al momento questo servizio viene posizionato come uno strumento per l’analisi dello stress sul posto di lavoro, ma è possibile pensare a molte altre applicazioni, non solo nel mondo della sanità.

Pensate per esempio a come questa tecnologia potrebbe essere usata in maniera trasparente, con il dovuto consenso, ovviamente, per analizzare il livello di stress di un paziente che chiama il proprio dottore per una visita di routine.

O un cliente che chiama il servizio clienti di un’azienda.

Qualsiasi l’analisi eseguita durante l’inevitabile attesa telefonica potrebbe dare informazioni molto utili al dottore o al rappresentante del servizio clienti su come gestire la chiamata.

Spostiamoci ancora.

Adesso siamo nel settore dell’agricoltura.

Negli ultimi tre anni l’azienda Aberhart Farms ha lavorato con la startup Precision AI per il diserbo delle piante infestanti con una tecnologia piuttosto innovativa.

Aberhart Farms usa una serie di droni completamente autonomi, guidati dall’intelligenza artificiale. Grazie a un tipo di AI chiamata Computer Vision, i droni prendono il volo da soli, identificano con precisione la posizione delle piante infestanti, spruzzano l’erbicida solo dove serve e tornano alla base per essere ricaricati.

Questo processo identifica il 96% delle piante infestanti e riduce l’uso dell’erbicida del 90%.

Se pensate che nel 2022 questa fattoria ha speso 745.000 dollari in erbicidi, capirete perché questo tipo di applicazione dell’AI ha il potenziale di rivoluzionare il settore dell’agricoltura.

Spostiamoci di nuovo.

Parliamo di gioco d’azzardo. Una delle aziende più grandi del mondo nel settore, Flutter Entertainment, ha cominciato a usare un sistema di AI offerto dalla startup Mindway AI per identificare i giocatori d’azzardo affetti dal cosiddetto gioco problematico, cioè quelli che non riescono a controllarsi e finiscono per perdere tutto.

Anche se suona controintuitivo, i casinò e i fornitori di gioco d’azzardo, inclusi quelli online, non traggono il massimo profitto dagli scommettitori problematici, perché prima o poi i soldi finiscono e questi giocatori escono dal sistema.

Invece gli scommettitori che giocano responsabilmente e riescono a controllarsi, limitano le loro perdite e tornano a perdere – ancora e ancora – per un periodo di tempo molto più lungo.

Oltre a questo, ci sono regolamentazioni e leggi molto severe per i fornitori di giochi d’azzardo che non limitano i giocatori problematici e patologici.

In questo particolare scenario l’AI utilizzata da Flutter Entertainment analizza quattordici aspetti relativi al modo in cui un giocatore d’azzardo si comporta, dall’ora in cui gioca di solito a quanto scommette, a che tipo di prelievi bancari fa o cancella e così via.

In base a questi parametri l’AI fa un’analisi del rischio calcolando la probabilità che in un prossimo futuro questo giocatore diventi un giocatore problematico e assegna una valutazione da 1 a 100.

Questa valutazione viene ricalcolata ogni volta che il giocatore interagisce con il gioco che ha deciso di usare, roulette, poker e così via.

In base alla valutazione dell’AI Flutter Entertainment può agire come ritiene più opportuno, invitando il giocatore ad una pausa o bloccando l’accesso al gioco in maniera permanente.

Al momento è molto più facile utilizzare questa tecnologia per profilare il giocatore online che per profilare quelli nel mondo reale.

In quest’ultimo caso un’AI molto più sofisticata deve analizzare i video registrati dalle telecamere di sorveglianza e i microfoni ambientali e interpretare i movimenti del corpo, la mimica facciale e le parole dette nell’interazione del giocatore per calcolare la probabilità di un futuro gioco problematico.

Ma i casinò di tutto il mondo stanno già testando nuovissimi modelli di AI in grado di fare questa cosa.

Chiudiamo spostando l’attenzione sull’industria farmaceutica.

Lo scorso dicembre il colosso giapponese Takeda Pharmaceutical ha comprato un trattamento sperimentale per la psoriasi dalla startup Nimbus Therapeutics per quattro miliardi di dollari.

Questa medicina è stata sviluppata da un modello di intelligenza artificiale specializzato nella simulazione molecolare invece di anni di sperimentazione, come succede di solito.

La start-up americana ci ha messo solo sei mesi per identificare dieci potenziali strutture molecolari per risolvere il problema della psoriasi. Questi composti sono stati testati in laboratorio.

l’AI ha analizzato i risultati di laboratorio e ha di conseguenza evoluto in maniera interattiva il disegno della struttura molecolare più promettente fino ad arrivare al composto finale.

Takeda Pharmaceutical ha completato con successo la seconda fase della sperimentazione sui pazienti umani e si prepara al test finale prima della commercializzazione.

Ci sono centinaia di altre aziende in tutto il mondo che stanno facendo cose incredibili con l’intelligenza artificiale, ma per questa settimana ci fermiamo qui.

Come sempre, scrivetemi con le vostre domande, i commenti e i suggerimenti per gli argomenti da trattare nei prossimi episodi.

Ciao!

Alessandro Perilli
Alessandro Perilli è un esperto di tecnologie emergenti e di frontiera. Negli ultimi nove anni, Alessandro ha lavorato in Red Hat come Senior Director responsabile per la strategia di business e prodotto nella divisione di automazione di Red Hat. Alessandro ha fatto parte del team che ha eseguito l'acquisizione di Ansible nel 2015 e del team che ha coordinato la fusione di Red Hat con IBM nel 2019. Prima di lasciare Red Hat, Alessandro ha lavorato per oltre un anno con l’ex CTO di IBM Watson e il suo team di Machine Learning engineering in IBM Research. In questo ruolo, Alessandro ha ideato un sistema di intelligenza artificiale per l'automazione del software basato su Large Language Models. Nella sua precedente esperienza, Alessandro ha lavorato in Gartner per oltre tre anni come Research Director dove si è focalizzato su cloud computing, enterprise IT management e automazione. Oggi scrive una newsletter dedicata all'intelligenza artificiale e il suo impatto sul mondo del lavoro e l'economia: Synthetic Work. Alessandro lavora anche ad H+, un progetto focalizzato sulle tecnologie per il potenziamento del corpo umano, come interfacce neurali, protesi cibernetiche, e ingegneria genetica. Alessandro ha registrato un brevetto per orchestrare soluzioni di sicurezza eterogenee e non interoperabili, e ha scritto un libro sulla sicurezza informatica.

1 COMMENTO

  1. salve alessandro,
    seguo con interesse i tuoi video sull’AI sin dal primo argomento che hai trattato. trovo interessante il tuo modo di trattarre gli argomenti con video chiari e comprensibili nonostante l’AI non sia ancora molto noto al mondo consumer e coloro i quali ne hanno sentito parlare la guardano con sospetto per il pericolo che un giorno un robot possa soppiantare un uomo.
    vengo al punto di questa mia mail.
    per quanto abbia potuto cercare non ho trovato nulla su come qualcuno o qualcosa utilizzi l’AI nel settore sociale.
    più nel dettaglio secondo te è possibile che l’AI possa essere utilizzata anche in questo settore ad esempio per “intrattenere” anziani che trarrebbero beneficio dalla compagnia o dall’intrattenimento erogato per mezzo dell’AI che magari, come secondo scopo, potrebbe nel contempo monitorare il paziente per gestire i suoi stati emotivi, la salute o per proporre attività ludiche da svolgere o per valutare il momento di proporre una terapia.
    insomma al di là di applicazioni dell’AI generativa/non generativa che abbiano un rapporto diretto con attività che hanno amplificato quanto era già oggetto di interesse per aziende dei settori più diversi ho difficoltà a reperire informazioni sull’applicazione dell’AI in ambito sociale come scuola, sanità, comunità, ecc.
    grazie per l’attenzione.

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