Le vendite in Europa deludono e Intel da un colpo di freno

Non si arresta la serie di episodi sfortunati per Intel, costretta a lanciare un allarme fatturati giovedì scorso a causa della scarsità di richieste da parte dei mercati Oem europei. Per il gigante del chip si tratta del primo "warn …

Non si arresta la serie di episodi sfortunati per Intel, costretta a
lanciare un allarme fatturati giovedì scorso a causa della scarsità
di richieste da parte dei mercati Oem europei. Per il gigante del
chip si tratta del primo "warning" da quasi tre anni a questa parte.
Un portavoce della società ha citato il quadro macroeconomico in
Europa, sottolineando che Intel è solo uno degli ultimi nomi in una
lista di aziende penalizzate dal rialzo dei prezzi del carburante e
da una persistente debolezza valutaria. I pareri di alcuni
commentatori tuttavia motivano i venti di tempesta che soffiano da
Santa Clara con la cessione di quote di mercato al concorrente
Advanced Micro Devices, l’unico in grado di costituire – a colpi di
processori sempre più veloci e prezzi sempre più scontati – una
minaccia al ruolo, un tempo indiscusso, di Intel come dominatrice del
mercato.
Tra le possibili cause c’è però anche l’innegabile difficoltà di
ripresa del mercato dei Pc dopo l’abituale rallentamento estivo, in
barba al "grande rientro" scolastico e aziendale. Fatto sta che
l’azienda che fino a poco tempo fa sembrava infallibile ha inanellato
in successione abbastanza rapida un certo numero di passi falsi,
compresi i ritardi nel rilascio di alcuni prodotti e l’individuazione
di alcuni pezzi difettosi tra i chip Pentium III da 1,13 GHz
consegnati il mese scorso e subito richiamati in fabbrica. Ora Intel
ammette che i fatturati per il trimestre che si chiuderà il 30
settembre prossimo scenderanno a una quota compresa tra gli 8,5 e gli
8,7 miliardi di dollari contro il range di 9-9,1 miliardi previsto
dagli analisti sulla base dei dati più recenti. Il calo corrisponde a
un margine di crescita del volume d’affari rispetto al trimestre
precedente che sarà compreso tra il 3 e il 5% contro il 9 o 10%
previsto. Come politica aziendale Intel non è solita formulare
previsioni sugli utili.

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