Le tendenze nelle reti d’impresa

VOIP, accesso e tecnologie ottiche alla base dei trend evolutivi nello sviluppo delle nuove applicazioni aziendali. Il parere di Tolly Research, Data Monitor e Gartner Group.

In un recente convegno organizzato da NetEvents, aziende del settore e alcuni tra i principali analisti del mercato hanno delineato il quadro evolutivo del networking aziendale. In sintesi, lo scenario che emerge vede un focalizzarsi degli interessi delle aziende su un numero ristretto di punti che hanno nella diffusione di reti convergenti e di applicazioni basate su IP un denominatore comune: l’evoluzione delle tecnologie ottiche, la diffusione di reti VOIP, il procedere dell’unbundling e la diffusione di servizi in outsourcing.
Se gli aspetti positivi della convergenza e dell’evoluzione verso reti VOIP sono stati descritti da società come Alcatel, Dialogic, Avaya e 3Com, è toccato a Kevin Tolly, chairman di Tolly Research, evidenziare i possibili punti di criticità nella migrazione e nello sviluppo di reti VOIP qualora non se ne considerino adeguatamente gli aspetti tecnologici di base.

I punti critici secondo Tolly Research

Secondo Kevin Tolly nello sviluppo di un sistema VOIP si devono affrontare una serie di decisioni per ciò che riguardano la selezione dei vocoder che convertono la voce in un flusso dati, il tipo di impacchettamento in trame, la latenza, la congestione, la QoS, la sicurezza e i firewall e, non ultimo, il problema di come realizzare delle VPN sicure.
Per ognuno dei punti citati esistono, ha fatto notare Kevin, una serie di diversi standard che in molti casi sono connessi alle capacità dell’infrastruttura trasmissiva. La selezione del tipo di codifica, per esempio, non si traduce immediatamente nella capacità di trasmettere un maggior flusso dati su una linea in modo direttamente proporzionale alla compressione, perché il flusso codificato va trasformato in pacchetti IP. L’overhead per la VOIP, ha evidenziato Kevin, risulta pari al 33% al livello 3 di una LAN e sale al 42% a livello 2 in una rete Ethernet nel caso non si ricorra a meccanismi di compressione e con due trame di fonia per ogni pacchetto. Il non tener conto di questi fattori può quindi, in ambito geografico, portare a un non corretto dimensionamento della rete in termini di capacità di trasporto di conversazioni di fonia e avere un effetto negativo anche sulla trasmissione dati. Un secondo aspetto che Tolly Group ritiene fondamentale è quello della QoS e della sicurezza, sia a livello interno che esterno, in particolar modo quando si utilizza una VPN.
Abbiamo realizzato una inchiesta informale chiedendo a 200 network manager se avevano implementato schemi di QoS nei loro campus. Ha risposto positivamente circa il 2%, cosa che ci fa capire come il problema non sia percepito nella sua importanza. Mi sento di affermare però che la QoS rappresenta una considerazione e un elemento fondamentale nella realizzazione di una rete VOIP.” ha dichiarato Tolly.
Più sentito il problema della sicurezza. L’aspetto che però emerge è che lo sforzo per controllare i flussi che vanno da un punto a un altro, con applicazioni software o firewall dedicati, finisce con l’inficiare uno dei concetti fondamentali che per decenni ha pilotato la definizione degli standard e delle reti pubbliche, a partire dall’X.25, quello di sistema aperto.
Abbiamo costruito una rete e tentato di utilizzare alcuni firewall rappresentativi insieme a prodotti VOIP di società leader di mercato. È stata quasi un’odissea riuscirci. Non abbiamo avuto ovviamente la possibilità di esplorare tutte le strade ma di sicuro con l’H.323, che è uno dei protocolli più popolari, ci siamo trovati a fronteggiare significative difficoltà nell’assicurare VOIP e sicurezza contemporaneamente, perché se si vuole la VOIP bisogna aprire la propria rete finendo così con l’esporla a una potenziale intrusione. Un firewall è infatti un dispositivo di internetworking TCP/IP. Osserva una porta e decide se il relativo traffico deve o no passare. Il problema è che la VOIP è una rete TCP/IP. In alcuni casi poi non siamo riusciti a stabilire la connessione e il venditore del firewall ci ha detto che il dispositivo non supportava la VOIP. La cosa che ci ha stupiti è come sia possibile una tale affermazione visto che la voce è una applicazione costituita da dati. Come è possibile che un firewall non possa supportare un particolare tipo di trasmissione dati quando ciò dovrebbe essere irrilevante?
Il problema della sicurezza e di algoritmi di cifratura connessi a una VPN come l’IPSec implicano poi capacità elaborative adeguate se non si vuole che la latenza di un pacchetto voce superi nell’attraversamento della rete i limiti ritenuti accettabili.
Tolly quindi, ritiene che se è ben consolidata l’evoluzione verso IP e reti convergenti, molti aspetti non siano del tutto recepiti nella loro globalità ed esistano ancora dei punti che vanno chiariti soprattutto nell’interazione tra apparati di rete che si sono sviluppati per far fronte a esigenze specifiche ma che quando sono inseriti nel medesimo contesto di rete richiedono una capacità di interazione che non sempre è adeguata alle esigenze dell’utilizzatore.

Più reti ottiche e nuove topologie secondo Datamonitor

L’assunto di base delle considerazioni espresse da Manek Dubash, analista senior di Datamonitor, è che siamo in presenza di una forte crescita dell’esigenza di banda trasmissiva per fronteggiare sia gli sviluppi di Internet che di applicazioni come la VOIP o il CRM. Ma che cosa c’è di sbagliato con le tecnologie esistenti? “Molte persone mi hanno detto che la voce digitalizzata sta sorpassando i dati in termine di volume ma la tipologia di reti in esercizio si basa, specialmente nelle MAN, sulla tecnologia SONET, che prevedibilmente sarà in circolazione ancora per 8-10 anni. Con ATM calato sopra SONET questo vuol dire usare celle di 53 byte. Il problema è che aggiornare reti di questo tipo è costoso: gli Add Drop Multiplexer per anelli SONET non sono dispositivi economici“, ha commentato Manek.
Se al momento si è in presenza di reti con IP sopra ATM, ATM su anelli SONET e il tutto posizionato su uno strato fisico DWDM, Datmonitor ritiene, peraltro in modo condivisibile, che il tutto finirà con il semplificarsi e comprimersi in un’architettura con due soli livelli in cui si avrà IP posizionato direttamente su una rete di comunicazione DWDM, anche se più difficile è definire l’orizzonte temporale in cui avverrà questa migrazione.
In termine di architetture Manek conferma poi i dubbi che emergono sul fatto che l’architettura SONET possa far fronte ai problemi di backup e di costi di espansione. “Penso che il futuro andrà verso reti magliate dove vi saranno numerosi percorsi di ridondanza. Naturalmente questo significa che ci sarà una maggior densità di reti. Saranno inizialmente più costose da costruire ma una volta in esercizio risulteranno di sicuro più adatte alle esigenze del traffico di domani: più dati e meno fonia classica“, ci ha commentato Manek.
Il mercato delle reti ottiche appare poi consistente e Datamonitor ritiene che per il 2005 ammonterà alla cifra considerevole di 76,5 miliardi di dollari, con la tecnologia SONET che coprirà ancora circa il 50% del mercato. Un mercato comunque che vede già scatenarsi un’agguerrita concorrenza.
Nonostante la forte diffusione di reti ottiche e di tecnologie in grado di trasmettere a velocità di decine di Tbps su una singola fibra, Datamonitor ritiene che difficilmente ci si troverà con un eccesso di banda e questo perché il numero di utilizzatori di Internet continua a crescere e cresce parimenti anche la richiesta di applicazioni multimediali e di qualità elevata.
Datamonitor vede poi una consistente crescita del mercato delle reti metropolitane, con i carrier che dovranno adottare le tecnologie ottiche se vorranno essere presenti in un contesto che evolve verso il multimediale e applicazioni dati ad altissima velocità.
La migrazione da reti SONET sarà la chiave per gli operatori consolidati, quelli con le maggiori revenues e per cui l’adozione di tecnologie ottiche pure, vista la base installata, costituisce l’evoluzione naturale. Parallelamente va evidenziato che anche il mercato della componentistica sta crescendo fortemente e le società presenti stanno scalando la catena del valore” ha commentato Manek.

La guerra del Local Loop vista da Gartner Group

Uno dei motivi per cui si sta procedendo con l’unbundling del local loop è , secondo Ian Keene, vice president di Gartner Group, la volontà di ridurre il gap digitale che divide quelli che hanno accesso all’economia e alle applicazioni di rete e quelli che non l’hanno. Eliminare questo gap può portare a un beneficio generale per l’economia di una nazione. In particolare, secondo Gartner, l’unbundling assume importanza per il mercato consumer e delle medie e piccole aziende.
Il grande business vive in uno scenario telecom diverso: se hai necessità di fare qualche cosa, lo fai anche se è costoso, perché hai i fondi necessari. Ciò non è vero per consumer e small business. È per questo che l’unbundling assume una notevole importanza” ha commentato Keene.
Se la diffusione dell’unbundling e delle tecnologie a esso correlate come l’ADSL è comunque una strada ormai avviata, diverso è il gradiente evolutivo, che appare soggetto ad alcune riconsiderazioni dipendenti dalla effettiva disponibilità di servizi a valore aggiunto e a problemi di esercizio della rete.
Proprio la mancanza di servizi a valore aggiunto che giustifichino unbundling e investimenti nell’ADSL è uno dei motivi di rallentamento e di riconsiderazioni che, iniziate negli Usa nel corso dell’ultimo anno, stanno ora avvenendo anche in Europa.
La situazione di mercato potrebbe poi favorire gli operatori incumbent (ILEC) , che possono decidere quale target di mercato indirizzare e con che tempi procedere negli investimenti.
Al contrario, molti CLEC che hanno indirizzato il mercato dello small business e del consumer stanno avendo difficoltà“, è il parere di Keene, che ha aggiunto: “Ogni singolo carrier DSL con cui ho parlato, sia in Europa che negli Stati Uniti, trova l’argomento DSL particolarmente doloroso, costoso e fonte di problemi e questo perché si tratta di un nuovo servizio. Il problema è come trasformarlo in un servizio fonte di profitti“.
Se teniamo questi aspetti in considerazione e assumendo che le regolamentazioni in Europa non cambino, l’ADSL catturerà il 7% del mercato consumer europeo entro il 2005, fondamentalmente perché non potrà essere diffuso più velocemente di così. Va considerato tuttavia che quest’anno, per ogni nuovo subscriber ADSL nel mercato consumer vi saranno 15 nuovi subscriber di tipo dialup“.
In pratica Keene ritiene che sinora quello dell’ADSL non sia un reale successo di mercato nel segmento consumer. Diverso è però il parere quando si passa al segmento dello small business.
Prevediamo più DSL in Europa perché i carrier troveranno che è più facile da proporre allo small business dove i prezzi possono essere ragionevolmente alti in modo da assicurare dei profitti. Può inglobare qualsiasi cosa, dall’accesso a Internet all’accesso all’e-marketplace o a servizi erogati di ASP. Penso che entro cinque anni il mercato potrà crescere da un virtuale 0% di oggi sino a un 35%, visto il grande numero di società di fascia medio bassa presenti in Europa“, ha dichiarato Keene.
Il DSL risulterebbe pertanto avvantaggiato rispetto ad altre tecnologie pure molto promettenti come quelle wireless.

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