L’e-supply chain di CpgMarket entra nel paniere di Accenture

L’acquisto del marketplace in area consumer packaged good permette alla società di servizi e consulenza di potenziare, in ambito europeo, la propria offerta nell’e-sourcing e nei flussi di collaborazione.

Dall’inizio del 2005, CpgMarket.com è di proprietà di Accenture. La società di servizi e consulenza ha rilevato dal gruppo dei 26 investitori che capitanava il marketplace del consumer packaged good il 100% dei suoi asset, potenziando la propria offerta di servizi in ambito europeo nel settore della supply chain.


L’offerta non è cambiata, nella sostanza, rispetto alle ambizioni iniziali del marketplace: da un lato l’e-sourcing (con funzioni di request for information, request for proposal e aste elettroniche); dall’altro, soprattutto, la gestione della e-supply chain, quindi dei flussi di collaborazione.


Se l’e-sourcing è un’attività legata a singoli eventi, l’e-supply chain comprende servizi che costantemente collegano i sistemi dei fornitori e dei produttori su tematiche tradizionali di tipo transazionale, come gli ordini, le bolle, le fatture. In più, offre anche meccanismi sofisticati come la condivisione e la pianificazione degli stock, il disegno dei nuovi prodotti, con l’eventuale cambio di specifiche relative, la collaborazione su tutti i flussi di collaborazione.


Paolo Rangoni, senior manager supply chain Accenture, ci ha spiegato cosa sta dietro all’operazione e i risvolti pratici sull’offerta. "L’iniziativa – ha introdotto il manager – ha trovato le proprie ragioni in due ordini di motivazioni. Pur essendo una realtà di eccellenza dal punto di vista dei processi, della soluzione tecnica e del modello di business, CpgMarket era limitato nella sua crescita dal fatto di essere posseduto da aziende operanti nel consumer good e, quindi, difficilmente accettato da altre realtà competitor". Altro fattore inibitore alla crescita, la dimensione ridotta: CpgMarket contava circa 70 dipendenti (di cui cinque o sei dedicati alla vendita), numero che rendeva difficile attuare politiche di presenza capillare sul territorio. "Dal momento in cui è entrato nell’orbita Accenture, solo in Italia i contatti con i clienti sono stati affidati a dieci persone" ha precisato Rangoni. In sostanza, Accenture offre la neutralità necessaria per agire su una base più allargata all’interno del settore dei beni di consumo, portando in dote la propria capacità commerciale.


Ma se Accenture ha investito nell’operazione significa che ha visto chiaro in termini di opportunità e di esigenze di mercato. Per la supply chain si prevede, infatti, che saranno proprio la collaborazione con terze parti e la gestione degli aspetti logistici le prossime aree di investimento e di ricerca di efficienza, una volta che la razionalizzazione dei processi interni avrà esaurito il proprio corso. "Riteniamo che CpgMarket, in questo senso, possa rappresentare un asset fondamentale", ha ribadito Rangoni.


Accenture conta di allargare in tempi brevi la base degli utenti. Conta anche di espandere i fornitori per i tre grandi clienti attuali del marketplace (L’Oréal, Danone e Nestlé), portando il loro numero, pari a 140, a una cifra di dieci volte superiore nel giro di tre anni.


L’obiettivo interno, invece, è inserire integralmente CpgMarket nel quadro dell’offerta Accenture relativa all’integrazione verso i fornitori, anche in termini di struttura organizzativa e di soluzione tecnologica. "Stiamo gestendo il post acquisizione analizzando quale può essere il modo migliore per fornire servizi efficienti, anche dal punto di vista tecnico" ha concluso Rangoni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome