Le strutture di acquisto vogliono talenti

Ricerca Capgemini: con la crisi il Direttore acquisti è diventato una figura strategica, che ora pensa a investire in processi, sistemi e persone.

Capgemini ha rilasciato il Global Chief Procurement Office Survey 2009 (Cpo Survey 2009), ricerca internazionale sulle strutture di acquisto giunta alla terza edizione, che ha coinvolto oltre 150 dirigenti dell’area Procurement in 16 paesi fra Nord America, Europa, Asia e Pacifico, operanti in vari settori (finanziario, assicurativo, manufacturing, energy & utility, Pubblica amministrazione). Per l’Italia hanno partecipato 15 Direttori acquisti.

L’obiettivo della Cpo Survey 2009 è stato fare luce sui punti chiave e le tendenze per il futuro delle funzioni di Acquisto delle grandi e medie aziende, con riguardo agli impatti della crisi dei mercati finanziari.

È emerso che proprio a causa della crisi il ruolo del Direttore acquisti è ora riconosciuto come strategico all’interno dell’azienda: il processo di maturazione delle organizzazioni di procurement ha raggiunto uno stadio avanzato in termini strategici e organizzativi; ancora, però, resta da fare a livello operativo.

Venendo ai risultati, il 70% degli intervistati ritiene che la crisi dei mercati abbia avuto impatti sulle strutture di procurement e che questi effetti possano durare ancora per qualche anno.

Primo effetto della crisi è stato l’accelerazione della tendenza a centralizzare le responsabilità di acquisto, per ottenere un elevato livello di controllo della spesa, massimizzare le economie di scala e ottenere risparmi importanti.

Conseguentemente gli obiettivi di saving per un terzo degli intervistati sono aumentati di oltre il 5%, mentre sono saliti del 10% per il 20% di loro.

Secondo effetto: la generale riduzione degli orizzonti temporali di pianificazione, a causa della richiesta di saving immediati e dell’accentuata volatilità dei mercati di fornitura.

Terzo, la necessità di far fronte al rischio d’instabilità dei fornitori. È quindi sempre più importante introdurre logiche di risk assessment per prevedere e prevenire le possibili difficoltà dei propri fornitori.

Le vie che i responsabili degli acquisti hanno praticato per far fronte al contesto di crisi sono state la rinegoziazione dei contratti in essere, come leva per sfruttare l’attuale situazione di eccesso di offerta e ridurre i costi di approvvigionamento; l’intensificazione delle attività di mitigazione del rischio per prevenire il problema dei fallimenti all’interno della base fornitori; il rafforzamento delle organizzazioni di Procurement, per valorizzare il contributo che questa funzione può dare all’intera organizzazione aziendale.

La Cpo Survey 2009 evidenzia allora un peso maggiore delle funzioni di Acquisto come leva strategica di sviluppo e di contenimento dei costi.

Lo studio, difatti, evidenzia che le politiche di buy assumono maggiore importanza: oltre il 50% degli intervistati ha riportato un valore dell’acquistato superiore al 50% del fatturato.

Si registra anche un progressivo consolidamento del controllo della spesa: due terzi degli intervistati dichiara di avere il controllo su più del 60% della spesa aziendale. Dalla survey oltretutto emerge che oltre l’80% delle organizzazioni sono centralizzate o ibride.

Quanto alle aree d’interesse tendenziali si punta a un miglioramento della gestione della base fornitori con logica di risk management, all’ottimizzazione della visibilità dei dati di spending e alla gestione dei talenti: per circa il 70% degli intervistati sarà necessario investire sullo sviluppo delle risorse e identificare le “persone chiave” a supporto del processo di cambiamento.

Anche il panel italiano ha rilevato a maggioranza (il 70%) che la situazione economica ha avuto rilevanti ripercussioni sulle attività operative e strategiche della funzione acquisti.

Rispetto al saving previsto per il 2009, le aziende italiane riferiscono obiettivi più sfidanti rispetto al contesto internazionale: per quasi la metà degli intervistati gli obiettivi di saving rispetto allo scorso anno sono stati aumentati di oltre il 6%, mentre quasi un terzo dichiara aumenti superiori al 10%.

Riguardo le politiche di buy oltre il 60% degli intervistati ha riportato un valore dell’acquistato superiore alla metà del fatturato e per quanto concerne il controllo della spesa circa il 90% degli intervistati dichiara di avere il controllo su più del 70% della spesa.

Le attività da perseguire nel breve periodo si concentrano sulla rinegoziazione dei contratti e il miglioramento del processo di gestione dei fornitori in ottica di risk management.

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