Le Soa per il cittadino della Regione Marche

L’ente locale ha sviluppato un catalogo di servizi Web condiviso da circa 250 comuni e del quale beneficeranno quarantamila cittadini

Una superficie di 9.700 chilometri quadrati, abitata da
oltre 1.600.000 residenti distribuiti in 246 comuni. Queste sono le Marche,
regione di tradizioni solide ma anche culla di innovazione e ricerca
scientifica, grazie ad alcuni poli tecnologici e universitari all’avanguardia.
L’It di Regione Marche vede la presenza di oltre 1.300 tra personal computer e
workstation in ambiente Windows, da due anni tutti collegati attraverso una
intranet battezzata Point (Portale della intranet). Point è gestito da una
server farm, che ospita circa 200 macchine (in prevalenza Intel x86 su sistema
operativo Windows e Linux RedHat), che ha in carico anche la gestione delle
applicazioni del Servizio Sanitario Regionale.


I software utilizzati nella server farm – esordisce Lucio Forastieri, dirigente del servizio informatica della Regione Marche – sono relativi principalmente all’erogazione di soluzioni di interoperabilità a tutti gli enti regionali. Al momento, usufruiscono di questi servizi, come l’accesso agli atti amministrativi della Regione e del Servizio Sanitario Regionale, il ciclo amministrativo/contabile e la formazione professionale online, circa 20.000 utenti. Abbiamo anche avviato il processo di certificazione della firma digitale sulla Pec, la Posta elettronica certificata, e gestiamo già online, ormai da quattro anni, la Borsa regionale del lavoro, peraltro interoperabile con quella nazionale“.


L’ente aveva, però, l’esigenza di garantirsi una maggior interoperabilità con i sistemi informativi delle altre amministrazioni pubbliche, sia centrali che locali. “Stiamo assistendo a un fenomeno epocale – prosegue il dirigente -. Da un lato, il backend implode e tutti i soggetti della Pa cercano la coesione; dall’altro, invece, il front end si dilata, cercando di entrare nelle case e sui telefoni cellulari dei cittadini. Per mediare tra queste spinte, occorreva adottare una nuova filosofia, abbinata a nuovi processi e tecnologie, che poggiasse sulle Soa come garante dell’interoperabilità e dell’integrazione complessiva“.


Pioniere delle Soa, che ha sperimentato sin dagli esordi dei Web service, nel “lontano” 1998, Forastieri sostiene di aver sperimento le architetture di servizi in modo pragmatico «lungo tutta la filiera tecnologica, arrivando oggi alla catalogazione e orchestrazione dei servizi, grazie all’aiuto concreto dell’Università di Camerino su specifici progetti». Come è avvenuto con Raffaello, iniziativa che si pone l’obiettivo di far interoperare i sistemi informativi della Regione con 170 (il 70% della popolazione) dei 246 suoi comuni, dialogando con i loro backend attraverso diversi Web service sviluppati su un modello semantico condiviso. È stata creata una tassonomia (ovvero una classificazione semantica) di servizi sviluppati da ciascun ente territoriale, che si appoggia al registro Uddi (Universal description, discovery e integration) 3.0 di Mercury (oggi in forza ad Hp). «Questo significa – sottolinea Forastieri – che abbiamo sviluppato una piattaforma tecnologica, ma anche una prassi valida per tutta la Regione. Esiste un’autority di catalogo, infatti, che supervisiona la catalogazione dei servizi, subordinandola a prerequisiti di qualità. Siamo in attesa dell’uscita di Uddi 4.0, che integrerà anche la gestione dei contratti sui livelli di servizio».


Il progetto ha visto coinvolte, internamente alla Regione, 1
capoprogetto e 2 ricercatori dell’Università di Camerino affiancati,
sporadicamente, di un paio di collaboratori esterni. Sono stati già creati circa
50 Web service di accesso alle informazioni (livello 1), una trentina di Web
service di compilazione e scarico dei moduli (secondo livello), 20 di livello 3
(imperativi) e 5 di livello 4 (pagamenti). Il modello ha avuto un tale successo,
a detta di Forastieri, che molti servizi sono già stati riusati all’interno del
Servizio Sanitario Regionale e presso alcuni distretti industriali marchigiani.
Anche l’accesso telematico è stato standardizzato in un unico front end, grazie
al framework Coesion, che integra autenticazione forte e firma elettronica su
un’unica piattaforma, già pronta per supportare la carta d’identità digitale e
la Carta Nazionale dei Servizi.


Abbiamo, quindi – conclude il dirigente -, distribuito ai cittadini la Carta Raffello, utilizzabile per certificare la propria sfera d’identità elettronica, esportabile a tutti i portali federati della Regione. A regime, circa 400.000 abitanti del nostro territorio potranno accedere comodamente, da casa propria o dall’ufficio, a una miriade di servizi che vanno dalla compilazione della modulistica alla gestione delle pratiche. In futuro, grazie a un gateway creato in collaborazione con Poste Italiane e le maggiori banche, si arriverà anche alla gestione online dei pagamenti delle imposte“.

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