Le reti mesh contro il digital divide

Un convegno del Politecnico analizza la situazione delle reti completamente wireless adatte alla copertura dei centri urbani

Tanta ricerca ma poca pratica. Nonostante lo sforzo dei vari laboratori
sparsi per il mondo le reti wireless Mesh stentano ancora a decollare. A
riportarle al centro dell’attenzione ci ha pensato il Politecnico di Milano che
nel corso di un affollato convegno realizzato in collaborazione con Voismart ha
fatto il punto su queste reti un po’ più wireless delle altre che, oltre a
costituire una soluzione facile e a basso costo contro il digital divide,
rappresentano un’ottima opportunità per i centri urbani per costruire una
infrastruttura di rete a banda larga senza cablaggio.



Le reti Mesh, infatti, sono un’architettura di rete in grado di estendere copertura e capacità delle reti Wireless Lan tradizionali superando le limitazioni imposte dalla necessità di collegare a una rete cablata ogni singolo access point.
A differenza degli access point, i mesh router sono in grado di interconnettersi tra loro mediante collegamenti wireless basati su tecnologie a basso costo come Wifi e Hiperlan e prossimamente anche con il WiMax.
Solo alcuni di questi router, detti mesh gateway
sono connessi anche alla rete cablata mediante collegamenti a banda larga. Il
traffico da e per Internet viene instradato dai mesh router verso i mesh gateway
attraverso percorsi che possono coinvolgere altri mesh router. In questo modo,
oltre a formare una rete di interconnessione wireless, i mesh router sono
utilizzati di solito anche per fornire accesso agli utenti formando un’area di
copertura Wi-fi.




La copertura può anche essere mobile. Ultimamente, ha ricordato Antonio Capone del Politecnico di Milano “c’è stato un ritorno di interesse anche grazie alle Vanet (Vehicular area networks)”. Si tratta delle reti veicolari formate, per esempio, da
automezzi in movimento. Capone ha poi ricordato i motivi che spingono verso
l’utilizzo di questi reti. Innanzitutto il costo e la disponibilità del
cablaggio che è il principale fattore limitante delle tecnologie d’accesso
tradizionali (cellulari Wlan, man), inoltre in molti casi cablare non è
possibile (reti temporanee, per la protezione civile, edifici storici) e infine
in qualche caso cablare può non essere economicamente conveniente (grandi reti
metropolitane, aree rurali, monitoraggio ambientale).





Secondo alcune stime nel 2005 248 città nel mondo
(Taipei e Houston le principali con 10.000 e 15.000 dispositivi) utilizzavano
reti mesh con la previsione di arrivare a 1.500 nel 2010. Spesso, sostengono i
docenti del Politecnico del laboratorio AntLab (Advanced network technologies
laboratori), si pensa a queste grandi reti semplicemente come reti WiFi estese
per l’intera città. In realtà so tratta di reti wireless mesh utilizzate per la
creazione di una copertura WiFi su larga scala con circa 10-20 mesh router per
chilometro quadrato.


In Italia invece sono ancora poco diffuse e le
sporadiche iniziative riguardano spesso piccoli comuni senza accesso a
banda larga cablato. In progetto però c’è una rete wireless a Milano entro il 2009

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