Le previsioni per il mercato Ict

Un futuro ancora increscita con qualche incertezza in più. Questo lo scenario legato all’evoluzione del settore in Europa e in Italia

Se non si verificheranno più atti di terrorismo e si tornerà alla tranquillità, la riduzione dei consumi riguarderà tutta l’economia ancora per 2-3 trimestri, la diminuzione del prodotto interno lordo negli Usa durerà fino a tutto il secondo trimestre 2002, mentre in Europa è ancora previsto un tasso di crescita medio del Pil dell’1-1,5% nel 2002. Questo il pensiero di Roberto Masiero, presidente di Idc Europa. Nel vecchio continente la spesa per Itc continuerà a crescere sia pure con una flessione dei tassi che avrà la punta più alta nel 2002, con un -3,8%. Dopo l’11 settembre Idc prevede infatti un +6,4% nel 2002, e poi +8,6 e 10,2% nei due anni successivi. Sempre che si resti in uno scenario di maggiore tranquillità internazionale e a patto che si sfruttino bene i nuovi motori di crescita.
Masiero ne indica tre: la sicurezza, l’e-business integration e i servizi “mobile”. Sulla sicurezza tutti gli analisti
concordano sul fatto che da funzione secondaria diventa un fattore strategico, condizione necessaria anche per favorire la ripresa dei consumi.
Inoltre, il 55% delle grandi aziende europee intervistate di recente da Idc considerano importante l’integrazione per l’e-business e la possibilità che questa propensione si traduca in progetti concreti è alta perché sono poche le grandi imprese che già hanno integrato il proprio sito con altre applicazioni: solo il 21% con Crm, il 15% con Erp, il 12% con supply chain e il 20% con il processo degli ordini. D’altra parte la stessa Idc prevede una spesa rilevante a livello mondiale per servizi di e-business: 7 miliardi di dollari in più ogni anno fino al 2003 per servizi Internet e 7 miliardi di dollari in più ogni anno nei prossimi due per e-customer care.
Infine, altro elemento fondamentale da tenere in considerazione per il prossimo futuro, è il fatto che la nuova utenza sarà “mobile” e che l’Europa, con 129 milioni di nuovi utenti entro il 2005 e un tasso di crescita medio del 58%, è un mercato più promettente degli Usa (85 milioni di nuovi utenti con una crescita del 34 per cento).

Si fa più forte la domanda di servizi
Sia pure in uno scenario globale positivo le cose non andranno allo stesso modo per tutti i settori. Il mercato dell’hardware andrà in rosso nel 2002 e crescerà solo del 3,7% e del 5,7 per cento negli altri anni. I motivi sono diversi. Il personal computing resta debole perché la domanda consumer ristagna, mentre rallenta la diffusione dei laptop e il replacement da parte di aziende e consumatori si sposta in avanti nel tempo. Per i server si riduce il prezzo unitario, mentre per lo storage il 1999 e il 2000 sono stati anni di boom (grazie al problema “dell’anno 2000” e alla partenza di Internet) irripetibili. Il solo segmento hardware in rapida crescita è quello datacom.
Il software, secondo Giuliana Folco, responsabile dei mercati verticali Europa di Idc, sarà molto meno impattato dell’hardware e manterrà una crescita comunque a due cifre (+11, +14, +16,3) dal 2002 al 2004. Andranno avanti, infatti, i processi di integrazione delle applicazioni nelle imprese e una mano verrà anche dall’introduzione dell’euro. Anche per i servizi la domanda resterà forte (+9,8, +9,7 e +10,4) e avranno una forbice più ridotta rispetto alle previsioni di sei mesi fa, con una riduzione massima dei tassi che non raggiunge il 2%.

L’Italia meglio dell’Europa
Da noi le cose andranno ancora meglio, come si vede dai tassi previsti per l’evoluzione della spesa complessiva: +8,9 nel 2001, +8,6 l’anno prossimo, +11,4 nel 2003 e +13,1 nel 2003, addirittura più di quanto era stato stimato sei mesi fa. Tutti i segmenti Itc saranno in crescita, ma in modo diverso: l’hardware darà meno soddisfazioni con un tasso medio del 5,8%, mentre andrà meglio per chi opera nel software (+11,5%) e nei servizi (+10,7%).
“Il mercato italiano avrà nei prossimi due anni una crescita superiore a quella media europea -, conferma Antonio Romano, vice presidente della ricerca Idc Sud Europa -. Addirittura di fronte ai settori servizi e software, che avranno un tasso medio di +11%, ci sono numerosi comparti che andranno molto meglio e che spesso coincidono con elementi mission critical per l’utenza”. Vediamo qualche dettaglio delle previsioni, partendo dall’hardware.
Qui i soli segmenti che potrebbero fatturare meno nel 2002 saranno i server (-1%), le workstation (-6,3%) e le stampanti (-1,3%). Per tutti gli altri sistemi e periferiche si prevede una crescita compresa tra il massimo del +12,9% per lo storage e il +5,9% dei personal client. Nel settore del software e dei servizi ci sono elementi in forte crescita, come l’e-learning e l’integrazione di applicazioni, ma Romano ha identificato anche dei “cluster” applicativi molto più promettenti della media. In primo luogo, quello del middleware che avrà una crescita media annuale del 23,6% da qui al 2004, con punte del 120% per gli application server. Poi quello delle “soluzioni”, con una media annua del 24,8%, grazie alle buone prospettive di applicazioni come e-commerce, data warehousing e Crm, tutte al di sopra di questa media. Meglio ancora Idc prevede che andranno le cose per i servizi Internet e Xsp, con un tasso di crescita del fatturato addirittura del 60,1%. Tutto ciò mentre i servizi tradizionali dovranno “accontentarsi” dell’11,5%.

Cogliere
le opportunità
Secondo Romano, il 2002 sarà un anno più difficile di quelli passati ma chi si sarà posto obiettivi di eccellenza verrà certamente premiato. Sarà esaltata, infatti, la capacità dell’offerta di segmentare la propria clientela e di definire proposte di vendita e modelli di commercializzazione ottimali e ciò si potrà ottenere solo attraverso una precisa strategia di alleanze e partnership. “Le imprese del settore Itc debbono investire in efficienza e qualità – conclude Romano -, ossia migliorare costantemente l’efficienza operativa dell’organizzazione e dei processi, investire nella formazione di una forza di vendita che conosca meglio i processi di business dei clienti e razionalizzare la struttura e l’organizzazione del canale indiretto di concerto con il criterio di segmentazione e target del mercato”.

Il nuovo ruolo
della sicurezza
Idc insiste molto sulla nuova importanza del fattore sicurezza, che ritiene un tema chiave in questo momento, per vari motivi. Secondo Ezio Viola, general manager Idc Semea, il mercato della sicurezza è una opportunità da cogliere subito perché da una parte le organizzazioni aumenteranno il livello di decentramento delle sedi fisiche e la soglia di difesa degli asset aziendali e dall’altro ci sarà una maggiore richiesta di sicurezza anche a livello dei singoli cittadini, per cui governo e istituzioni pubbliche lavoreranno di più e insieme per salvaguardare le strutture critiche del nostro paese. “La sicurezza si trasforma da un’opzione costosa per l’azienda a una variabile critica – spiega Viola -, sia per le attività interne ed esterne sia per la salvaguardia degli asset aziendali. Da diverse tecnologie frammentate si passerà a una soluzione integrata; da un intervento una tantum a un progetto continuo e quotidiano di intelligence”.
E tutto ciò si trasformerà in nuove opportunità di business. Infatti, secondo Idc, se è vero che oggi in Italia il giro di affari legato alla sicurezza informatica è equivalente a circa 340 milioni di dollari, nel 2003 sarà salito a 900 milioni di dollari e nel 2005 quasi a 1.500 miliardi di dollari. Su questo tema punta anche la stessa Idc, che ha preannunciato una conferenza di due giorni per la prossima primavera.

Resta alta
la domanda di Tlc
Anche per le telecomunicazioni il “sentimento” di Idc è positivo. “Il rallentamento della crescita, che pure ci sarà, era ed è legato alla competizione sui prezzi dei servizi e non a una caduta della domanda, – spiega Roberto Mastropasqua, direttore della ricerca Idc Italia -. Anzi, il nuovo clima favorisce un uso maggiore delle telecomunicazioni per ridurre i costi e avere maggiore sicurezza”.
D’altronde gran parte dei ricavi in telecomunicazioni poggiano su uno “zoccolo duro” non facilmente erodibile. Basti pensare che il 56% della spesa globale è venuto nel 2001 dalla rete fissa (voce più dati) e un altro 42% dalla telefonia mobile. Inoltre, il settore Internet oggi pesa solo il 2% ma tende a crescere. La maggior parte delle aziende italiane medio-grandi stanno testando o sperimentando nuove applicazioni di e-business, mentre oggi i nuovi servizi (escludendo i più conosciuti e-commerce e Crm) sono presenti solo nel 10% di queste imprese.

Ancora troppo
poco Adsl
Il maggiore accesso alla Rete e i nuovi servizi Internet spingeranno poi all’adozione di connessioni a banda larga. Oggi le aziende usano Isdn, ancora poco Adsl, fibre ottiche o satellite, ma in un futuro anche vicino il loro impiego crescerà. E così la spesa per la banda larga, che passerà dai 209 miliardi di lire attuali ai 4.424 nel 2005. Anche i servizi di hosting-housing hanno di fronte buone prospettive: la spesa passerà infatti da 206 a 1.254 miliardi di lire in quattro anni. Lo stesso fenomeno positivo è atteso per i cosiddetti servizi multimediali: videocomunicazione (per avere più sicurezza e spendere meno in viaggi), telesorveglianza (per rendere più sicure le infrastrutture) ed entertainment (pay tv ma non solo). Ebbene, Idc ha stimato che il numero di postazioni per usare questi servizi passerà in Europa dai 2,7 milioni di oggi a oltre 18 milioni alla fine del 2005.
Più incerte, secondo Mastropasqua, sono invece le prospettive del segmento Reti e sistemi. I tassi di crescita del mercato italiano delle reti pubbliche sono ancora positivi ma hanno perso quasi 17 punti nel 2001 e altrettanti ne perderanno nel 2002. Ci sono due forze contrastanti, secondo Idc, che rendono più difficile la situazione in questo settore: la diffusione della banda larga spinge verso la crescita, mentre il ritardo dell’Umts la frena, coinvolgendo in questo fenomeno sia i ricavi per tariffe sia la vendita dei nuovi terminali.

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