Le Pmi preferiscono le banche locali

Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, le piccole e medie imprese lavorano mediamente con due banche e preferiscono gli istituti locali. E per 8 imprese su 10 le misure del Governo non porteranno benefici nel rapporto tra Istituti di credito e Pmi.

Otto
piccole e medie aziende italiane su dieci ritengono che i provvedimenti presi
dal Governo per battere la crisi non produrranno alcun beneficio nel rapporto
tra imprese e banche. Tuttavia, la
maggioranza degli imprenditori si fida ancora della propria banca
. Sono
questi i principali risultati dell’indagine “Banche e Pmi”, condotta
dall’Istituto Piepoli, e illustrata nel corso del convegno “Finanziare la ripresa. Banche
& Imprese tra spread e territorio” organizzato da BancaFinanza.

Nonostante la
crisi e la lotta per la sopravvivenza di molte aziende, gli imprenditori
continuano ad avere una grande fiducia nella propria banca (86%, in leggero
calo rispetto all’89% del 2011), meno (53%) nel sistema bancario in generale. Mediamente, le Pmi lavorano con due banche e
preferiscono gli istituti locali
. Nell’opinione dei piccoli imprenditori, le
banche territoriali considerano maggiormente gli aspetti qualitativi dell’azienda
e riescono così a dare valore alla reputazione del titolare e dell’impresa
(63%). Inoltre, nelle loro valutazioni considerano anche aspetti non
strettamente economici (62%) e analizzano anche la coerenza dell’attività
imprenditoriale nella realtà (58%).

Tra le ombre, gli imprenditori osservano come sia aumentata la
difficoltà di accesso al credito da
parte dei più piccoli: per il 20% degli intervistati è questa la
maggiore criticità, in deciso aumento rispetto al 10% del 2001; mentre si conferma
sui livelli dell’anno scorso (28%) la problematica legata ai tassi d’interesse.
Negli ultimi anni inoltre le banche
hanno chiesto alle Pmi più garanzie prima di concedere il credito (91%): pesano
di più i dati di bilancio dell’azienda.

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