Le Pmi e l’ambiente, un rapporto ancora difficile

La Commissione europea ha effettuato uno studio sull’impatto ambientale delle Pmi continentali: il risultato è che c’è molta sensibilità ma in concreto si fa ancora poco. Analizzati anche gli ostacoli amministrativi derivanti dalla legislazione e le opportunità di business offerte.

La Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione
europea ha effettuato uno studio per stimare l’impatto ambientale delle Pmi in Europa, analizzando anche
gli ostacoli amministrativi derivanti dalla legislazione ambientale dell’Unione
e le opportunità di business per le piccole e medie imprese, con
esempi concreti in 13 paesi.

Secondo
lo studio, le Pmi contribuiscono a circa il 64% per l’inquinamento industriale
complessivo in Europa. Tuttavia solo il 24% delle piccole e medie imprese è attivamente
impegnato in azioni per ridurre l’impatto ambientale (principalmente attraverso
la riduzione del consumo di energia) e unicamente lo 0,4% delle piccole e medie imprese adotta una certificazione Environmental Management System (EMAS,
ISO 14001 o altri sistemi).

Gli investimenti in soluzioni per l’ambiente si sono
mostrati una priorità per le Pmi con un impatto ambientale elevato (circa il 40-45%
delle aziende). Queste aziende preferiscono
adottare soluzioni a basso costo come tecnologie
pulite semplici, sistemi chiusi (riciclo di acqua o rifiuti), o soluzioni come le lampadine ad alta efficienza energetica e la separazione dei
rifiuti, la riorganizzazione della fatturazione.

In
merito agli ostacoli amministrativi, il rapporto mostra che le Pmi riconoscono
la legislazione ambientale come una necessità. Esse richiedono soprattutto
sportelli unici, informazioni semplificate, migliori procedure d’autorizzazione
e sussidi. D’altro canto, la mancanza di esperienza, le lunghe procedure di
approvazione di nuovi prodotti e la mancanza di domanda dei consumatori sono i
principali ostacoli che impediscono alle Pmi di entrare nell’eco-industria anche
se questo mercato rappresenta un’altra importante opportunità.

In questo
caso le piccole e medie imprese necessitano di supporto per condurre campagne
di marketing dei loro eco-prodotti, certificazioni semplificate per i
prodotti eco-sostenibili ed eventi specifici focalizzati sulle opportunità
offerte dall’eco-industria.

Lo studio è stato anche accompagnato da un pacchetto di strumenti on-line per
assistere policy-maker e Pmi nella realizzazione di miglioramenti ambientali.
Per la prima volta è stata realizzata anche una
banca dati
sugli impatti delle piccole e medie imprese, suddivise per
dimensione e settore d’appartenenza.

Ridurre l’impatto ambientale si è rivelato
una sfida per le aziende di medie e piccole dimensioni di tutta Europa e la
pressione sulle Pmi per passare a prodotti e processi con un minore impatto
ambientale continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Nel quadro della Small Business Act (SBA), la Commissione
si sta attivando per aumentare la consapevolezza delle Pmi sulle problematiche ambientali e fornisce il suo
sostegno per il loro adeguamento alla normativa,
valutando il loro rendimento energetico e ambientale e supportando l’aggiornamento
delle competenze e le qualifiche.

Per aiutare le Pmi a trasformare le sfide ambientali in
opportunità economiche, la
Commissione ha creato inoltre una rete di esperti ambientali e in efficienza energetica all’interno dell’Enterprise Europe Network. La rete offre servizi ambientali on-site per le piccole e medie imprese e aiuta a sviluppare la
cooperazione locale con gli Environmental Service Provider. Le 7 proposte selezionate nel 2009 hanno iniziato la loro
attività all’inizio del 2010, coinvolgendo
55 partner in varie regioni e 8 settori di attività.

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