Le opinioni dei professionisti

La concezione romantica e legata a doppio filo all’arte o quella più innovativa frutto di elaborazioni al computer? È possibile una convivenza tra la prima concezione dell’architettura e la seconda? Qual è il rapporto tra questa disciplina e l’informat …

La concezione romantica e legata a doppio filo all’arte o quella più innovativa frutto di elaborazioni al computer? È possibile una convivenza tra la prima concezione dell’architettura e la seconda? Qual è il rapporto tra questa disciplina e l’informatica? Abbiamo raccolto alcune risposte, allo stesso modo importanti e interessanti. Si tratta dell’architetto Mossa, presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Sassari, degli architetti Antonio Bassi e Dario Galimberti, di Pregassona, Svizzera e dell’architetto Federico Cortelazzo di Verona.

“In un tempo in cui tutte le nostre prestazioni vengono richieste… per il giorno prima, senza informatica saremmo finiti. A parte gli scherzi, credo moltissimo nell’informatica e nell’aiuto che essa può darci e passo molte ore della mia giornata al video, stando, però, sempre attento a non confondere “il mezzo” con “il fine”. Ho più di trent’anni di professione e ho quindi potuto valutare i cambiamenti apportati dall’uso dell’informatica nella nostra attività: solamente la possibilità offertaci di valutare una molteplicità di soluzioni nello stesso tempo in cui a malapena il tecnigrafo e il tavolo da disegno consentivano di crearne un paio rappresenta una conquista non quantificabile; guai però ad approfittare di tale facoltà per “sfornare” una moltitudine di progetti “abborracciati” e non, viceversa, utilizzarla per migliorare la qualità del nostro prodotto”.
Gian Giuliano Mossa
presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Sassari

“Nel bene e nel male il pc viene acceso al mattino ed è utilizzato per tutto. Posta, ricerche su Internet, documentazione materiali, capitolati, corrispondenza, contabilità, disegno ecc. Nello studio è diventato uno strumento importante che permette, non tanto di velocizzare il lavoro, ma di migliorarlo, data la facilità con cui si eseguono le modifiche derivate da riflessioni e approfondimenti. Cose ovvie che crediamo siano delle costanti per tutti gli studi d’architettura. Esiste ancora un piccolo fatto di natura estetica, che però sta migliorando ed è migliorabile. Gli ingombranti video a 21 pollici sono ancora delle presenze mastodontiche e fastidiose, che hanno modificato l’atmosfera del vecchio studio composto da tecnigrafi, squadranti e parallele. Il tavolo da disegno e i pennini (che non scrivevano mai) non esistono più, e il tavolo da lavoro (purtroppo) non è tanto diverso da quello di un ufficio del terziario.
I nuovi prodotti (tastiere e mouse senza fili, schermi piatti ecc.), sono molto più discreti, e col tempo libereranno il tavolo lasciando ancora un po’ di spazio per la carta da schizzo, che in ogni caso non sarà mai sostituita”.

Antonio Bassi & Dario Galimberti architetti http://www.bassigalimberti.ch

“Ci sono grosse differenze tra studio e studio, in relazione a età, tipo di lavoro e competenze. Temo non sia possibile riassumere in poche righe lo standard informatico in generale, posso solo riferire il mio caso diretto. Si tenga presente che la mia posizione di Webmaster evidenzia il mio profondo interesse personale, ma nella mia attività il computer entra a tutti i livelli, Cad, word processing, database, foglio elettronico, Internet, e-mail. Ritengo l’offerta adeguata, molto meno le connessioni, care e lente – per esempio io, utente Mac, ho un hard disk virtuale (idisk) al quale accedere ovunque io sia, peccato che la lentezza e la grossa dimensione dei file lo renda poco pratico”.
arch. Federico Cortelazzo – Verona
F.Cortelazzo@archiworld.it
http://space.tin.it/clubnet/fedcorte

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome