Le «mosse» per ottenere un data center verde

1) Consolidare: ridurre il numero di macchine per migliorarne la gestibilità, ridurre le emissioni e, di conseguenza, anche la necessità di raffreddamento (espressa in termini di frigocalorie consumate). 2) Virtualizzare: introdurre i software di astra …

1) Consolidare: ridurre il numero di macchine per migliorarne la gestibilità, ridurre le emissioni e, di conseguenza, anche la necessità di raffreddamento (espressa in termini di frigocalorie consumate).

2) Virtualizzare: introdurre i software di astrazione per riuscire a sfruttare al meglio le risorse già in casa, evitando di doverne acquistare di nuove.

3) Utilizzare il più possibile le funzionalità “power save”, che permettono di ridurre al minimo i consumi nel momento in cui non si utilizza la macchina.

4) Scegliere con cura i componenti: per i processori sono da privilegiare i low voltage in contrapposizione ai top performance (tarati sulle massime prestazioni e, di conseguenza, sui massimi consumi). Nei dischi, prestare attenzione soprattutto al numero di giri, evitando di andare su quelli superprestazionali, che consumano molto più degli altri, attenendosi su 7.200, 10.000 o 15.000 Rpm.

5) Privilegiare le ventole di raffreddamento di grandi dimensioni, che consumano, in media, meno di quelle piccole a parità di potenza di cooling sprigionata.

6) Utilizzare banchi di memorie modulari e dal design più semplice possibile: Lle Ddr3 (Double data rate di terza generazione), ad esempio, presentano consumi nettamente inferiori alle generazioni precedenti, legate soprattutto alla diminuzione della tensione d’esercizio (dagli 1,8 Volt delle Ddr2, secondo lo standard Jedec, a 1,5 Volt).

7) Ridurre il consumo energetico grazie alla centralizzazione di alimentazione, raffreddamento e comunicazioni.

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