Le microimprese femminili tengono di più

Secondo Unioncamere le imprese individuali con titolari donne sono calate dello 0,84% nel 2008, contro il -0,94% di quelle guidate da uomini

Le imprese individuali guidate da donne sembrano reggere meglio nei confronti della crisi. Fermo restando il trend generale negativo (pochi i settori con un segno più per numero di imprese, tra questi spicca l’energia), nel 2008 le piccole e piccolissime imprese in rosa registrano un calo un po’ meno accentuato rispetto alle realtà a guida maschile. Nel dettaglio, le elaborazioni di Unioncamere e Infocamere sui dati del Registro delle Imprese evidenziano che a fronte di una flessione complessiva dello 0,91%, le realtà con titolari donne hanno contenuto i dann a -0,84% rispetto al -0,94% dei concorrenti maschi.
Il bilancio rosa resta quantitativamente negativo in tutte le regioni a parte Lombardia e Calabria, ma in quattordici regioni su venti le titolari donne hanno tenuto le posizioni meglio dei colleghi uomini.
Poco è cambiato però sul fronte della percentuale delle imprese rosa sul totale, che nel biennio 2007-2008 si è mantenuta stabile a un quarto (il 25,5% per la precisione ) del complesso, corrispondente a circa 873mila donne imprenditrici su un numero complessivo di imprese di 3 milioni e 426mila.

L’analisi di Unioncamere evidenzia che i settori caratterizzati da una presenza preponderante di micro imprese al femminile si confermano la sanità (dove le donne rappresentano il 66,4% del totale) e i servizi alla persona (59,1%). Presenze significative si registrano anche nell’istruzione (41,6%), negli alberghi e ristoranti (40,5%) e nei servizi alle imprese e agricoltura (rispettivamente 30,9 e 30,7%).
Le performance migliori delle donne imprenditrici si sono registrate nei servizi alle imprese (+ 2,9% rispetto al 2007), nei servizi alla persona (attività culturali, ricreative e sportive) con un +1% a fronte della crescita zero degli uomini; negli alberghi e ristoranti (+0,37 contro +0,1%), nella sanità (+5,1 contro -2,1%). Significativo anche l’aumento di titolari nel settore delle costruzioni (+6,9 contro il +1,1% degli uomini).
Più dure per le donne, invece, le conseguenze della crisi in settori tradizionali e numericamente forti quali il commercio (-1,5% le titolari donne, contro il -1,2% degli uomini) e le attività manifatturiere (-2,1% contro -1,8%). Decisamente negativo è stato, inoltre, il bilancio rosa in un settore tradizionalmente a forte concentrazione di piccole imprese femminili come quello dell’istruzione: -8,1% rispetto al +0,9% degli uomini.

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