Le mani avanti

Chi suona la musica della libertà di Internet.

Ci volevano i Rem per attirare di nuovo l’attenzione su un fenomeno che
sta scuotendo l’America; la neutralità di Internet.
Il trio musicale capitanato da Michael Stipe ha aggiunto il proprio nome alla petizione popolare (finora, 650mila firme) che chiede al congresso una legge per proteggere la neutralità dell’accesso alla Rete.

Ciò accade perché, in puro stile americano, ci sono lobby (con dentro le società di Tlc) che spingono per misure che lascino che sia il mercato a decidere i meccanismi di funzionamento migliori.

Insomma, se il mercato decide che per avere una Internet più potente c’è da pagare, si paghi.

L’idea di fondo di chi vuole proteggere la neutralità di Internet, invece, è quella di conservare lo spirito democratico che l’ha fatta diventare il fenomeno dell’era moderna: i più piccoli e umili (in senso economico) devono poter avere lo stesso accesso e controllo sui contenuti che hanno i grandi.

A livello di coalizione, dall’altra parte della barricata
c’è Hands Off The Internet (Hoti, letteralmente, “giù le mani da
Internet

”) un insieme di società ed enti che non vuole che sia il governo a stabilire i metodi di accesso al Web. A Hoti aderiscono società di Tlc come Alcatel, At&T, Bellsouth, Cingular, Mrv, e anche, la “reazionaria” lobby American Conservative Union, che richiama a quei principi liberisti, ispirati al reaganismo e peraltro ormai di globale accettazione, come la deregulation e il detassamento di alcune attività.

Si compone, quindi, un quadro riassuntivo come solo gli
americani (quelli che nei film fanno le manifestazioni con i cartelli girando in
tondo) sanno rendere con tale semplicità. Quasi una vignetta: da una parte il
popolo garantista chiede leggi protettive, dall’altra i liberisti che agitano lo
spauracchio del regime. E sotto, shiny happy people.

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