Le imprese vincenti investono in Ict

E’ il verdetto dello studio realizzato dall’università di Venezia con l’ufficio studi di Banca Intesa

E’ incentrata sul ruolo dell’Ict nelle aziende la ricerca effettuata dall’Università di Venezia in collaborazione con Banca
Intesa che ultimamente si è distinta per una serie di iniziative realizzate in
collaborazione con il trio Microsoft-Hp-Intel e con Sap per finanziare
l’innovazione nelle piccole e medie aziende.
L’analisi
prende avvio dalle difficoltà delle Pmi che soffrono la globalizzazione
della concorrenza
che porta a una competizione dei prezzi e a una
pressione a spirale sul sistema dei subfornitori. La situazione è aggravata
dalla delocalizzazione dei capi filiera dagli standard di
servizio richiesti per accedere ai grandi canali distributivi della Gdo e infine
dalla scala dimensionale insufficiente di gran parte delle
aziende italiane.


Una situazione difficile dal quale, secondo Banca Intesa, si esce anche
grazie a una dose robusta di soluzioni innovative. Se le imprese devono
attrezzarsi per aderire ai protocolli e agli standard della Gdo, devono anche
ottenere economie di scala negli acquisti e nella logistica e raggiungere
l’indipendenza commerciale con canali diretti di accesso al mercato. Tre
strade che portano sempre verso l’Information technology
. Per i canali
diretti è indispensabile dotarsi di soluzioni Erp (i famosi gestionali),
Customer relationship management e web marketing, per la Gdo l’Erp deve essere
personalizzato con le caratteristiche del settoe mentre è utile una soluzione di
supply chain management, mentre per le economie di scala il consiglio è di
orientarsi verso Erp condivisi, protocolli di comunicazione e, anche qui, una
soluzione di supply chain management.



L’analisi dell’Università di Venezia in collaborazione si basa
su un’indagine effettuata sui distretti industriali secondo la quale la
situazione delle imprese si distingue proprio in relazione all’utilizzo delle
nuove tecnologie
. Così le imprese vincenti si
distinguono per avere adottato in modo più intenso di altre strategie relative
all’innovazione (tecnologia design, nuovi prodotti) e adeguate politiche di
marketing per sostenerle, quelle in corsa inseguono le stesse
strategie ma in modo più blando e, all’opposto, le imprese oggi in
difficoltà
non hanno perseguito la strada dell’innovazione così come le
imprese che lo studio definisce prudenti

.

La dotazione Ict superiore alla media accomuna le imprese con tassi di fatturato più alti, tanto che lo studio si spinge ad affermare che “Gli investimenti in Ict, innovazione tecnologica, in prodotto e design hanno un impatto determinante sulla capacità di ottenere performance superiori alla media”. A questo proposito è eloquente la tabella
presentata nella ricerca.





Bassa priorità degli investimenti It, assenza di
competenze interne, diffidenza dei canali di vendita Ict, finanziamento del
costo sono i fattori che fino a oggi hanno contribuito a ostacolare lo
sviluppo dell’Ict nelle Pmi
. Ostacoli che, secondo l’indagine, possono
essere superati, sensibilizzando le piccole imprese sulle possibili opzioni di
crescita tramite anche la presentazione di casi di successo, agevolando la
creazione di centri di servizio
“condivisi” con competenze Ict, rafforzando i presidi
qualitativi sui canali indiretti tramite anche la certificazione dei partner e
trasferendo il finanziamento dal canale indiretto a quello bancario passando dal
breve al medio termine.

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