L’e-commerce diventa social

E’ la tendenza principale del commercio elettronico che in Italia va verso la concentrazione degli attori

Se pensate che l’e-commerce consista nella sola vendita del prodotto siete fuori strada, o almeno non siete al corrente delle ultime tendenze. Il Web 2.0 è arrivato anche nei negozi online che diventano sempre più social offrendo sulle pagine Web “strumenti di interazione sociale e piattaforme attorno ai prodotti e servizi per attuare comportamenti d’acquisto più informati e meglio organizzati”.
Il virgolettato è del rapporto 2008 sul commercio elettronico di Casaleggio Associati che consiglia di dare un’occhiata a siti come thisnext.com e kaboodle.com che permettono agli utenti di consigliare i prodotti, recensirli e conoscere quelli preferiti da persone con un profilo simile.


Oltre al social, una delle tendenze che animano l’e-commerce consiste nel “perfezionamento dei processi di vendita da parte dei leader di mercato che offrono le varie componenti del loro servizio ad altri operatori”. Yoox, leader nella vendita di abbigliamento, gestisce per esempio i siti di marchi come Armani e Diesel.


In Italia invece più che social l’e-commerce tende a concentrarsi. Banzai è oggi proprietario di studenti.it, ePrice e Saldiprivati che valgono quaranta milioni di euro di fatturato, Shop.it si è aggregato con dvd.it, factotum.it, dvdusati.it, cosmetici.it e sunglassess.it, mentre Sogegross si imposta nell’alimentare con la catena di supermercati Basko e l’acquisto di Esperya.
In generale tutti tendono ad aumenta l’offerta con una gamma di prodotti più ampia. L’unica nuova apertura di rilievo è quella di Feltrinelli.it, la casa editrice proprietaria anche di una catena di librerie che ha introdotto alcune funzionalità social nel sito.


Il commercio elettronico rimane comunque una faccenda (dal punto di vista dell’offerta) soprattutto lombarda con minori presenze in Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Veneto. Quasi nulla in Basilicata e Molise, poche presenze in Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria, Friuli e Sardegna e una media densità di offerta in Abruzzo, Marche, Puglia, Liguria, Sicilia, Campania e Lazio.


Tutti questi attori per differenziarsi puntano soprattutto sulla credibilità del marchio, il servizio ai clienti e in misura minore nell’ampiezza di gamma e sul prezzo. A seconda dei settori però le voci cambiano. L’alimentare cerca la fidelizzazione, assicurazioni, editoria e turismo (i settori più maturi) se la giocano molto sul prezzo e l’elettronica di consumo si impegna molto sui tempi di consegna.


Il problema che angoscia i negozi online, però, è sempre quello. Come attirare nuovi clienti? Il 45% non ha ancora trovato una soluzione, il 12% sta sperimentando e il 43% è invece soddisfatto.


Dati inquietanti visto che proprio queste aziende dovrebbe comprendere meglio di altre i meccanismi della pubblicità sul web. Di questo infatti si sta parlando visto che la Tv costa troppo e altre forme sono utilizzate soprattutto da leader come Expedia. Forse proprio per questo il 53% delle aziende partecipa sistematicamente alle discussioni nei blog o sui forum, mentre il 25% non ritiene necessario lo sforzo.

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