Le aziende italiane spendono troppo poco nell’It

Le nostre imprese, secondo Assinform, investono nell’informatica il 40% in meno di paesi come Germania e Gran Bretagna

Le aziende italiane arrancano sulla strada delle nuove tecnologie informatiche. Secondo l’indagine Assinform (Associazione nazionale Information technology), infatti, le nostre imprese spendono il 40% in meno dei principali paesi europei per l’informatica; come se non bastasse, oltre il 70% sta riducendo gli investimenti in questo settore. I segni della frenata sono tanto più evidenti quanto più si esamina la relazione tra il mercato It e il Pil: quest’ultimo, nelle maggiori economie mondiali, cresce all’aumentare della spesa per l’Information technology. La produttività segue lo stesso percorso, quindi l’Italia figura tra le ultime posizioni nella classifica dell’innovazione e della competitività.

L’indagine Assinform ha esaminato un campione di 40 aziende, che rappresentano quasi il 30% del mercato italiano dell’It in valore. L’ultima rilevazione di luglio mostra un deciso peggioramento rispetto a quella precedente di febbraio. Oltre la metà del campione lamenta una flessione del fatturato e degli ordini; in particolare, il 42% ritiene che il fatturato sia diminuito (prima era il 39%), mentre è quasi raddoppiata la quota di chi ritiene che sia molto peggiorato (dal 3,6 al 6,1%). Conteggiando gli ordini, invece, si è notevolmente ridotta la percentuale delle aziende che li considerano stabili (dal 37 al 22,4%), mentre i pessimisti e super pessimisti sono balzati complessivamente dal 44,4 al 52,6 per cento.

Tutto ciò si riflette sull’occupazione, soprattutto per i consulenti: il 57,3% delle imprese stima una riduzione del loro numero (prima era il 55,5%), mentre il 31,4% prevede stabilità (era il 37%). I dipendenti possono dormire sonni tranquilli per il 54,5% delle aziende, al contrario del 21,3% che immagina un peggioramento dell’occupazione. La quota degli ottimisti, infine, è scesa dal 31 al 24,2% tra le due rilevazioni. Le imprese italiane, quindi, rinunciano sempre più a investire in nuovi progetti informatici, rinviando anche le spese di manutenzione e miglioramento delle tecnologie.

Per ridare cavalli ai motori sfiatati, Assinform rilancia l’It come fattore di sviluppo anti crisi e di maggiore efficienza aziendale. Un costo, insomma, che può e deve trasformarsi in un risparmio. «Da una parte ribadiamo – ha commentato il neo presidente di Assinform, Paolo Angelucci – la necessità di estendere alle tecnologie digitali la detassazione degli utili delle imprese che investono in macchinari, misura prevista nel decreto anti crisi (Tremonti-ter), oggi in Parlamento per la trasformazione in legge. Dall’altra, ci rivolgiamo al mondo del credito, affinché si aprano specifiche linee di finanziamento per agevolare gli investimenti in tecnologie digitali».

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