Le alternative per il VOIP

Come orientarsi fra le diverse soluzioni architetturali del Voice over IP, una tecnologia ormai matura.Pubblicato sul numero 13 maggio 2001

Il consolidamento di architetture per la realizzazione di reti fonia/dati da parte dei principali fornitori apre finalmente la strada a un loro utilizzo in ambito aziendale, dove l’adozione di tecnologie innovative è spesso ostacolata dalla coesistenza di problemi connessi agli altri settori dell’ICT aziendale. In pratica, mentre un telco o un service provider si può concentrare sui benefici apportatigli dall’adozione di una tecnologia innovativa, come nel caso di reti IP convergenti, nell’ambito aziendale intervengono fattori connessi anche a problematiche applicative, server farm o sistemi di storage e, non ultimo, la familiarità degli utenti con gli usuali strumenti di lavoro.
Con le architetture annunciate nell’ultimo anno poi, si è chiarito anche il quadro relativo alle modalità con cui è possibile realizzare la migrazione dell’infrastruttura di comunicazione aziendale nonché avere un’idea più precisa delle dimensioni stesse del fenomeno di migrazione.
Analisi di mercato contribuiscono poi a delineare un quadro che, partito lentamente nel corso della seconda parte del 2000, sta ora nettamente accelerando, vuoi per la disponibilità di realizzazioni da prendere per esempio, vuoi per una maggior percezione dei benefici che si prospettano.
Esiste comunque un terzo aspetto per ciò che riguarda i dati che si prospettano in termine di propensione all’adozione di una tecnologia innovativa nella realizzazione della piattaforma aziendale per la gestione della fonia: le aziende produttrici stanno comunque concentrando gli sviluppi nella direzione IP e nell’utilizzo di piattaforme server mentre le tecnologie convenzionali verranno fornite sempre più per problemi di assistenza ed espansione dell’esistente.

IP e server insieme
per la fonia

I vantaggi dall’adozione di una piattaforma per la fonia basata su IP e su server sono oramai consolidati e ampiamente condivisi, soprattutto per i risparmi che si possono ottenere dalla disponibilità di un’unica rete per il trasporto di voce e dati. Inoltre, questa costituisce un sistema aperto utilizzabile anche per una riorganizzazione della distribuzione in rete di server e di sistemi di storage in un’ottica SAN (Storage Area Network) e NAS (Network Attached Storage). A questo aspetto, che assume un ruolo primario nel giustificare investimenti in tecnologie o perlomeno nell’accelerarli, si aggiunge poi il fatto di poter sviluppare applicazioni in cui i dati e la fonia si abbinano ad applicazioni CRM (Castomer Relationship Management) e di e-business utilizzando piattaforme omogenee e fortemente integrate.
Anche in un quadro decisamente più chiaro di quanto lo fosse solo 12 mesi fa esistono comunque delle alternative operative e approcci che possono essere dissimili a secondo della tipologia dell’azienda e della sua distribuzione territoriale. Sostanzialmente queste alternative si riducono a tre: telefonia basata su LAN, telefonia basata su PABX e telefonia basata su soluzioni tipo Centrex.

Tre architetture
alternative

Va detto che quella Centrex è una soluzione che ha avuto una certa diffusione negli Usa, con il carrier che fornisce servizi di centralino virtuale e opera da switch di fonia per conto di un’azienda. In Italia non ha avuto una concreta diffusione, sinora.
È però probabile che le cose cambino con il diffondersi di IP e di un interesse da parte dei provider, cosa peraltro già avvenuta con l’annuncio recente del lancio di un servizio di questo tipo da parte di un operatore presente nell’area milanese.
Quale che sia la modalità adottata (che vedremo più avanti), la telefonia su IP sta attraendo un interesse crescente. Dati riferiti agli USA, dove il suo sviluppo ha preceduto quello verificatosi in Europa, permettono di osservare come le previsioni di un suo utilizzo siano state sostanzialmente spostate verso l’alto.
La figura a lato illustra quella che appare essere la modalità preferita per applicazioni di telefonia IP, basata sull’utilizzo di una LAN e di telefoni a essa direttamente connessi.
La soluzione prevede l’utilizzo di un communication server che realizza le funzionalità tipiche di un PABX, per esempio il call processing, e di un application server su cui far girare applicazioni più specializzate che possono andare dalla CTI a quelle di contact center o di servizi di directory. La scelta poi di utilizzare un solo server o più server separati dipende dal livello di affidabilità che si vuole ottenere, dalla previsione di evoluzione delle applicazioni in modo correlato o meno alla parte fonia e da considerazioni economiche complessive. I server sono poi connessi alla stessa LAN a cui sono collegati i telefoni IP o i softphone, ovverosia i telefoni implementati su PC tramite l’adozione di standard di comunicazione, come per esempio l’H.323.
Per le sedi remote, tipicamente non serve un altro server di call processing perchè ai fini architetturali l’intera rete è vista come un insieme unico da parte del server centrale. Ovviamente ciò richiede che la rete IP intermedia sia in grado di supportare il traffico di fonia e di segnalazione relativo al traffico telefonico nonché il contemporaneo traffico dati. L’interconnessione geografica richiede comunque un dispositivo di router/gateway, che peraltro risulta necessario per assicurare l’interconnessione con la rete telefonica commutata tradizionale.
A questa soluzione, che prevede un approccio del tutto innovativo, si contrappone una soluzione (figura in basso) che abbina componenti tradizionali e componenti LAN e che, se appare essere gradita da una minoranza, comunque non trascurabile, di utilizzatori, ha però il vantaggio di garantire una migrazione morbida e una salvaguardia degli investimenti effettuati.
In questa soluzione il posto del communication server è preso da un PABX dotato in modo nativo di una interfaccia IP e dei relativi protocolli di segnalazione o integrato con schede add on o moduli di adattamento esterni.
La soluzione ha poi il vantaggio di non avere impatti sulla rete geografica e di non richiedere in rete l’inserzione di apparati di gateway, essendo questi già incorporati nel PABX. Attenzione va comunque posta alla componente geografica della rete, che deve essere in grado di trasportare il traffico aggregato risultante.
Il problema del traffico risulta comunque meno critico che non nel caso precedente perchè il traffico telefonico tradizionale continua a transitare sulla rete commutata e gravare direttamente sul PABX senza interessare la rete locale. Su questa infatti, transita il solo traffico telefonico generato dai telefoni IP e dai softphone.

Una scelta difficile
per tutti

In un caso o nell’altro sono identificabili dei criteri di base nel decidere per quale soluzioni optare. Questi criteri sono in sintesi, l’affidabilità e qualità del servizio che si vuole ottenere, il Total Cost of Ownership, il livello di protezione degli investimenti, la flessibilità nell’adozione di nuove soluzioni applicative, il livello di integrazione tra applicazioni dati e fonia. Chi a questo punto trova che decidere non sarà facile si tranquillizzi, si trova infatti in buona compagnia e come spesso avviene la soluzione che finisce con l’essere adottata è salomonica. Da una ricerca di Infotech sulla propensione a investire in nuove tecnologie di comunicazione, infatti, emerge che il 45% delle aziende prevede di adottare un modello misto, il 33% una soluzione basata esclusivamente su LAN e il 22% una soluzione basata su PABX.

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