Le 10 figure Ict più richieste

Abbiamo ripercorso, con il direttore di Assinform, l’iter che sta dietro alla definizione, da parte dell’associazione, dei professionisti più ricercati dalle aziende. Occorre più competenza in ambito Web

Da qualche anno Assinform (l’Associazione nazionale delle aziende di
informatica e telecomunicazioni) è impegnata a monitorare anche l’andamento
dell’occupazione in Italia, i cui risultati alla fine vengono pubblicati
annualmente in un Rapporto, (di prossimo rilascio per il 2001) e di cui diamo un
anticipo, presentando le dieci figure professionali più ricercate al momento
attuale, frutto di una serie di analisi incorociate come ci spiega il direttore
Federico Barilli. «Al nostro interno due anni fa abbiamo deciso di costituire il
“Gruppo di lavoro formazione – occupazione” che si avvale di due
tipologie di competenze: la prima è rappresentata da responsabili della
direzione risorse umane, quindi chi in azienda ha tutta la gestione del
personale, la seconda è costituita da  educatori e formatori che
svolgono questa attività presso le aziende. In questo gruppo, oggi piuttosto
numeroso, ci sono i rappresentanti di società come Cisco, Microsoft, Global
Knowledge, Ibm, Siemens, Sap solo per citarne alcune e far capire che
mettiamo in campo le migliori competenze presenti tra i nostri soci. Dopo
una prima esperienza di classificazione, che però aveva delle carenze in
termini di identificazione di figure, perché per esempio mancavano quelle
Web, in Assinform abbiamo iniziato a rivedere la classificazione
». È
quindi stato costruito uno spazio di confronto sul  Web, da cui è
nato l’indirizzo del sito formazioneict.assinform.it e poi è stato
allargato lo spettro delle figure professionali al mondo Internet e
anche alle Tlc .«Sono stati dentificati – ci spiega Barilli –
due mondi, quello It-Internet e Tlc; nel mezzo è emersa un’area
commerciale, che vive di luce propria e che di fatto è quella che
identifica la vera convergenza tra i due settori. Sei mesi fa, però,
questo schema è stato completamente ribaltato perché nel frattempo
abbiamo iniziato ad allargare il tavolo a Unioncamere, e al database
Excelsior, il più affidabile del mondo del lavoro, in quanto monitorizza
centomila aziende. Lavorando con questa realtà  abbiamo visto che pur
identificando un più vasto numero di figure queste erano raggruppate in
macro divisioni per tipologia d’azienda. Per cui abbiamo preso queste aree
come riferimento, che noi chiamiamo Aree aziendali Assinform, e vi abbiamo
inserito le nostre figure. Questo processo, di fatto ribalta la classifica
fatta prima perché le nostre 48 figure si possono leggere in un doppia
lettura: all’interno delle aree aziendali dal lato utenti o in una logica di
settori di appartnenza, dal lato fornitori
».
Le 48 figure sono in continua
evoluzione, anche perché ci sono aree come quella Web dove da parte del mercato
non c’è una uniformità di definizione dei ruoli. In questo caso secondo Barilli
«

quello che fa fede più ancora delle competenze è la
descrizione dell’attività.
Riguado, per esempio, alla definizione
delle figure Web siamo partiti da un lavoro di Ibm relativo alla definizione, al
suo inerno, di queste nuove figure: ne erano state identificate 22. Poi abbiamo
anche analizzato una ricerca Siemens che aveva identificato le figure in base
alle ricerche di personale apparse sui giornali. Il problema non era tanto
individuare il nome, quanto capire che cosa fanno questi professionisti. Alla
fine abbiamo ridotto a circa 10  il numero delle figure Web richieste,
quando siamo riusciti a descrivere le attività e le competenze necessarie».
Certo è che a seconda della dimensione dell’azienda i ruoli possono
significatimente cambiare perché un Web master in una piccola azienda potrebbe
anche essere chiamato a svolgere un ruolo di Web developer. Riguardo
all’andamento futuro dell’occupazione secondo Barilli sicuramente le figure
tecniche che abbinano competenze manageriali avranno sempre una certa richiesta,
almeno presso le grandi aziende; anche i tecnici puri stanno tornando in auge,
mentre paradossalmente sono proprio le figure Web, che hanno un livello medio di
competenza, a essere un po’ più a rischio. Avranno, invece, successo tutte
quelle figure che operano nell’ambito della consulenza Web per le quali c’è oggi
molta richiesta da parte delle aziende. 

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