Lavoro sotto la lente: nell’It, un’Italia positiva

Un’indagine di Kelly Services rileva la soddisfazione di chi nel nostro paese opera nell’Information technology

Kelly Services, multinazionale americana che opera nei servizi per le risorse umane (ossia, lavoro temporaneo) ha condotto nella seconda metà del 2006 un’indagine internazionale (Europa, America Settentrionale e Centrale, Asia e Oceania) suddivisa in diversi argomenti. Il progetto ha coinvolto 28 paesi e circa 70.000 persone, indipendentemente dalla modalità contrattuale con cui sono state assunte. Gli intervistati attivi nel settore It sono stati oltre 4.000.


Per quanto riguarda l’Italia, è emerso che il 58% di chi opera in questo settore è soddisfatto. A livello internazionale, questo risultato è il più alto, insieme a quello di chi opera nel settore finanziario e bancario (entrambi 61%). Il grado di soddisfazione dei professionisti del settore scientifico (60%) è leggermente più basso. In Italia, però, questi ultimi sono apparsi i più soddisfatti (61%), seguiti da quelli It e dai lavoratori dell’area finanziaria e bancaria (53%).


Tra gli It worker intervistati nel mondo, il sondaggio mostra che l’appagamento per la propria attività comincia a crescere con continuità a partire dai 35 anni di età. I dati indicano che fino ai 34 anni la soddisfazione registra un valore discreto e stabile (60%). Nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni inizia, invece, una fase ascendente che culmina nel massimo livello per i lavoratori con un’età superiore ai 55 anni (74%).


Nel complesso, poi, i professionisti dell’Information technology hanno assegnato un voto medio di 6,8 su 10 ai propri responsabili. In controtendenza con la media internazionale, il voto assegnato ai “capi” dai lavoratori italiani del settore It supera di poco la sufficienza (6,1 su 10). Per i settori finanziario e scientifico i voti ai capi, su scala internazionale, si attestano rispettivamente su 6,8 e 6,9, mentre quelli degli italiani sono 6,1 e 6,4.

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