L’Information Technology si candida al ruolo di protagonista nella gestione della “conoscenza” aziendale, abilitando i processi di Km e permettendo di orientare gli asset materiali e immateriali al raggiungimento degli obiettivi organizzativi
Nel 2002 gli investimenti convergeranno soprattutto su asset intellettuali, collaborazione e, in
genere, Knowledge management. Nel 2004, poi, le aziende
incorporeranno sistemi di misurazione del valore e del ritorno del capitale
intellettuale. In queste due assunzioni di Gartner sta, oggi, il
nocciolo del Km: gestire la conoscenza nelle organizzazioni,
infatti, significa riuscire a governare gli asset materiali e
immateriali, ovunque residenti, orientandoli al raggiungimento
degli obiettivi organizzativi. Ecco perché le imprese che
collegheranno gli
obiettivi di business e le competenze “core” ai propri processi di gestione
dell’innovazione triplicheranno, sempre secondo Gartner, il fatturato
rispetto alle imprese che non lo faranno. Tutto ciò grazie alla leva
tecnologica che, supportando la gestione dell’innovazione culturale e
organizzativa, abilita i processi di Km. In che modo? Innanzitutto occorre
implementare un’infrastruttura geograficamente indipendente,
aperta ma standard, in grado di costituire il sistema nervoso
vitale su cui implementare piattaforme a loro volta capaci di supportare
singole applicazioni dedicate a risolvere problemi
specifici.Si
parla, evidentemente, di costruire un sistema che colleghi tutti i punti qualificanti di
un’organizzazione, vale a dire una rete aziendale, e che renda possibile
l’interazione con il mondo esterno.Basata sull’Internet protocol,
una intranet rappresenta, allora, il sistema nervoso di cui ciascuna
organizzazione dovrebbe dotarsi per far transitare contenuti, anche
multimediali, da un capo all’altro della stessa.
Il passaggio della
conoscenza
Questi contenuti possono essere
disponibili e tangibili, come i documenti, oppure impalpabili, come
le competenze di un addetto alla manutenzione di un macchinario. Ma
per mettere a punto il sistema tecnologico ottimale non bisogna
dimenticarsi dei contenuti che si creeranno grazie all’interazione
tra punti dell’organizzazione e tra un punto interno e uno esterno.
Tutta questa “conoscenza”
necessita, ovviamente, di un repository in cui viene depositata e prelevata,
nonché delle tecnologie per essere distribuita. A seconda del tipo di
contenuto da trasmettere e di esigenza da risolvere occorreranno,
poi, determinate applicazioni.Per quanto riguarda la gestione del
Km esplicito, ovvero dati e informazioni già esistenti sotto
forma di asset tangibili, cioè già codificati, le applicazioni sono
rappresentate dai motori di ricerca, dai sistemi di gestione elettronica
documentale, dalle procedure di archiviazione e indicizzazione,
nonché da quelle similari. Per quanto attiene, invece, al
Knowledge management tacito, vale a dire la gestione di conoscenza
intangibile, non ancora codificata, le applicazioni di riferimento
spaziano dalle piattaforme di messaging & collaboration alle soluzioni di
e-learning, dal videochat al virtual meeting, dalla videoconferenza alle
eHr application.
Quanto, infine, alla gestione del
Km creabile, le soluzioni di riferimento riguardano soprattutto
gli strumenti di Business intelligence (data mining, Olap e
così via) e le applicazioni di Crm. Ogni gruppo di applicazioni potrà
essere inserito in un portale intermedio, ciascuno dei quali
confluirà nel portale generale, che rappresenta, da un lato, la porta
di accesso all’intera conoscenza organizzativa e, dall’altro, la sua
sintesi. Seguendo questo modello, e integrandolo con appropriate
metodologie volte a favorire l’innovazione culturale e a
ottimizzare la conseguente necessità di riorganizzazione dei flussi
informativi e dei ruoli, le varie organizzazioni potranno essere in
grado di gettare le fondamenta per padroneggiare il proprio patrimonio
informativo e intellettuale, orientandolo al raggiungimento
degli obiettivi, che devono essere definiti con l’evidente fine di
creare e accrescere il valore del business. Ciò, naturalmente, con la
consapevolezza che, essendo la conoscenza prevalentemente di
tipologia tacita, non sarà possibile esplicitarla e possederla
completamente.