L’approccio di Psion al mondo Rfid

L’introduzione del Rfid (riconoscimento a radio frequenza) nei cicli di gestione delle merci non necessariamente comporta la sostituzione tout court del codice a barre. «Sarebbe riduttivo vederlo in questi termini – sostiene Giuseppe Luches …

L’introduzione del Rfid (riconoscimento a radio frequenza) nei cicli
di gestione delle merci non necessariamente comporta la sostituzione tout court
del codice a barre. «Sarebbe riduttivo vederlo in questi termini
sostiene Giuseppe Luchesa, managing director di Psion Teklogix in Italia -.
Anche perché oggi l’Rfid c’è già in alcune
realtà, come la Gdo, dove convive con il barcode
».
Riguardo ai problemi legati alla privacy e a elementi di carattere economico,
come il costo del tag che però tende a diminuire. Ma per diffondere l’uso
dei chip Rfid di cosa c’è bisogno? «Di sostenitori sopra
le parti, come le università
– spiega Luchesa – che servono
per la ricerca di nuove soluzioni. Noi abbiamo iniziato con il Politecnico di
Milano, ma abbiamo buoni rapporti anche con La Sapienza di Roma, con Parma,
Pisa e Messina. Noi offriamo il know how e le mettiamo in contatto con il mondo
dell’utenza, altrimenti avrebbero più difficoltà a incontrarsi.
L’obiettivo che hanno gli osservatori universitari è di mappare
il mercato. Dalla loro attività emerge sempre un quadro realistico, costellato
di dati affidabili
».

Un altro impegno di Psion con le università riguarda la sperimentazione
sulle attività di picking vocale. Allo scopo ha costituito un pacchetto
con il portatile Workabout Pro e il lettore Uhf per l’Europa, realizzato
dalla società toscana Caen Rfid.
«Le università lo ottengono a condizioni agevolate e ci possono
creare lab test per le aziende
– commenta Luchesa -. È un lavoro
di sperimentazione, che si fa solo in Italia
». Riguardo all’innovazione,
Luchesa sostiene che Psion «è parte del processo. Prendiamo
ad esempio il Workabout Pro Speech, per le operazioni di picking vocale, con
capacità di push-to-talk e di comunicazione Gsm all’interno del
magazzino. È una tecnologia che porta un cambiamento radicale all’interno
dell’organizzazione aziendale. Il picking vocale sta avendo un forte impatto
perché aumenta le prestazioni del ciclo di magazzino e riduce gli errori
di imputazione. Con l’utilizzo di una cuffia e di un microfono elimina
la carta dal magazzino. Un’applicazione tutta nuova, è innovazione
».
E qual è la grande promessa che oggi si può fare agli utenti?
«È fatta da tre elementi, hardware correttamente progettato,
servizi e ritorno sugli investimenti
»

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