Dietro l’immensa onda di improvvisa popolarità vissuta dall’intelligenza artificiale grazie ai modelli generativi si nascondono in realtà anni di ricerca, con risultati già importanti sul fronte aziendale. Anche se per gli addetti ai lavori non è nulla di nuovo, può essere utile mettere ordine sullo stato attuale della tecnologia e soprattutto sulle reali applicazioni. «La nostra missione è da sempre aiutare le aziende a realizzare soluzioni personalizzate, per aiutare a raggiungere i propri obiettivi – sottolinea Luigi Saetta, cloud domain specialist EMEA – ML & AI di Oracle —. In particolare, dove si parla di gestione dei dati, una componente fondamentale anche dell’AI, anche se io preferisco continuare a parlare di Machine Learning, più adatto per aiutare i nostri clienti a prendere decisioni».
Le applicazioni ormai collaudate sono tra le più svariate. Si passa dall’analisi di immagini a scopo di automazione, fino al più classico strumento di supporto alle assicurazioni per tracciare profili, e relative tariffe, personalizzati dei clienti.
Più in generale, l’AI Oracle è uno dei tanti elementi che l’azienda è in grado di inserire nella propria offerta, grazie anche alla gestione diretta del cloud, integrata in una vasta serie di applicativi. Tanto a livello orizzontale con le proposte in ambito ERP, SCM, HCM e CX, quanto su mercati verticali, a partire da telco, finance e retail.
«L’accelerazione nell’uso di AI e ML in tutte le nostre soluzioni mira anche a creare opportunità completamente nuove per i clienti – ribadisce Saetta –, ovvero a promuovere l’innovazione, la crescita e la produttività delle organizzazioni pubbliche e private».
Il lato concreto dell’AI
Applicazioni molto concrete, quasi agli antipodi di un dibattito pubblico dove invece AI è spesso sinonimo di futuro incerto se non addirittura pericoloso. Per questo, è importante avere alle spalle una solida esperienza ed essere in grado di aiutare il cliente alle prime esperienze a capire la differenza.
“Alla fine sta a ciascuno, azienda o persona, decidere come usare l’AI in modo consapevole” – rassicura Saetta –. “Noi siamo già partiti da tempo e proseguiamo nell’inserire gradualmente questi strumenti nelle nostre applicazioni e consentire di sfruttarli come una sorta di mattoncini tecnologici. L’obiettivo è in pratica fornire gli strumenti utili ai clienti di utilizzare i vantaggi dell’intelligenza artificiale moderna anche dove non si possa contare su un proprio centro di ricerca e sviluppo. Parliamo di soluzioni utilizzabili a breve termine, non tra dieci anni”.
Open source e formazione, nodi strategici
I casi di successo nello sviluppo di soluzioni basate su AI non mancano, soprattutto quando le nuove tecnologie vengono affrontate prima di tutto acquisendo le competenze interne per poi confrontarsi con gli specialisti del settore.
Nel corso del Technology Summit svoltosi di recente a Milano Alberto Clemente, responsabile delle architetture e dell’ingegneria di SISAL – uno dei principali operatori internazionali nel settore del gioco regolamentato, attiva in Italia, Marocco e Turchia, con un’offerta che comprende lotterie, scommesse, giochi online e apparecchi da intrattenimento – ha parlato di un’interessante applicazione di AI e ML sviluppata su Oracle Cloud per identificare, attraverso pattern di gioco riconoscibili, i comportamenti borderline dei giocatori e prevenire eventuali rischi di ludopatia. Un altro dei punti forti citati di OCI è stato quello della sua grande apertura all’open source, che ha permesso, insieme agli strumenti di Data Science di Oracle, l’uso facilitato e seamless di Kubernetes e GraalVM, senza rischi di vendor lock-in e con costi minimi per il trasferimento dei dati dal cloud di Oracle: il cosiddetto data egress (“uscita dei dati”), a differenza che con altri hyperscaler, è molto più conveniente con Oracle, a dimostrazione del suo reale approccio multicloud.
“Un ingrediente fondamentale dell’AI secondo me oggi è l’open source” – ribadisce Saetta – “perché consente di cooperare, nel nostro caso tra gli altri con Microsoft o Meta, su un progetto comune e tradurlo rapidamente in innovazione. Il codice sorgente disponibile consente a chiunque di contribuire all’evoluzione, anche solo segnalando cosa non funziona”.
Per contare sulle relative competenze all’altezza però, bisogna fare i conti con un altro problema ormai cronico. Nel caso dell’Italia, alla carenza di figure professionali si aggiunge una scarsa propensione all’aggiornamento. «In settori innovativi come questo, una formazione continua è molto importante. Anche solo a una decina di anni di distanza dalla fine degli studi, tante tecniche sono superate e bisogna aggiornarsi. Conoscere i fondamenti è importante, ma non si può fermare agli studi».
Per chi è disposto a procedere in proprio, le occasioni di formazione online non mancano. Al Sistema Italia però, tornerebbe utile una collaborazione più stretta tra aziende e Università anche su questo fronte, anche solo divulgando brevi corsi modulari a disposizione di chi voglia aggiornarsi. ”Soltanto per la parte Data Science mettiamo a disposizione dei nostri clienti nove ore di video; è il nostro contributo per aiutare a sfruttare l’intelligenza artificiale, e lo sviluppiamo anche in collaborazione con alcuni Atenei, tra cui Palermo, Salerno e Napoli”.
L’offerta Oracle si può toccare con mano
Per molti, i discorsi legati all’intelligenza artificiale possono apparire ancora troppo teorici. Le applicazioni concrete invece, sono già diverse, e soprattutto variegate. Per esempio, gli strumenti di ML all’interno di Oracle Fusion Cloud ERP automatizzano le attività di reporting e riconciliazione dei libri contabili. La stessa azienda ne ha dimostrato la validità di recente riuscendo a pubblicare lo scorso 9 marzo i risultati finanziari del terzo trimestre fiscale chiuso al 28 febbraio.
Nel campo dell’automazione dei processi invece, è possibile fornire al cliente raccomandazioni allineate e offrire approfondimenti attuali. Per esempio, l’ottimizzazione dei tempi di carico-scarico dei camion per il ritiro di commesse, per ridurre tempi d’attesa e anche… carburante consumato.
Un altro aspetto ancora, questo probabilmente più noto, è la capacità di sostituire nei lavori ripetitivi e a rischio di errore umano sui Database con l’AI, mentre più suggestiva è la prospettiva di creare modelli di intelligenza artificiale specifici per il trattamento e la cura delle malattie.
Infine, aumentare le prestazioni e la sicurezza del cloud. Proprio l’intelligenza artificiale viene indicata dall’azienda come componente fondamentale per crescita nel settore delle infrastrutture remote.
Sono solo i primi di una lunga serie di cambiamenti resi possibili da quella faccia meno visibile dell’AI ma a conti fatti probabilmente più importante per l’evoluzione. Una promessa dai contorni almeno in parte ancora misteriosi, nella quale Oracle è però pronta a mettersi in gioco. “Prima dell’estate ci saranno annunci interessanti – conclude Luigi Saetta -, in campo proprio di ricerca applicata nell’addestrare modelli in grado di contribuire a rendere migliore la vita dei cittadini italiani”.