L’Agcom vuole la separazione funzionale della rete

Nella relazione annuale al Parlamento Corrado Calabrò parla di una soluzione win win

Corrado Calabrò non usa mezzi termini e nella relazione annuale al Parlamento
si schiera con decisione per la separazione funzionale della rete che definisce
“una soluzione win win, un gioco a somma positiva”. Secondo il presidente dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni la separazione “è nell’interesse di tutti gli operatori,
della stessa Telecom e nell’interesse generale.
La separazione funzionale, in un mercato come il nostro caratterizzato da un deficit competitivo di natura strutturale, è il rimedio più efficace per risolvere i problemi concorrenziali, di accesso al mercato, di trasparenza, di abbattimento del contenzioso, e al tempo stesso di sviluppo del settore, anche in vista della realizzazione di reti di nuova generazione”
.



Secondo Calabrò entro l’anno dovrebbe esserci il parere dell’Authority che da poco ha concluso la consultazione pubblica. Ma le idee sembrano essere già ben chiare. La separazione è infatti la risposta “all’anomalia italiana che vede la quasi completa assenza di infrastrutture alternative alla rete di accesso in rame di Telecom” senza contare che “che la quota di mercato al dettaglio della banda larga di Telecom Italia rimane ben sopra il 50% e che i prezzi e le offerte sono ancora distanti dalle migliore pratiche europee”.



Una rete con parità di accesso per tutti è anche, secondo il presidente dell’Agcom, l’unico modo per affrontare la sfida dell’Ngn (Next generation network), la rete full Ip per la quale stima un investimento di almeno otto miliardi di euro. Nella sua relazione Calabrò ha anche criticato l’utilizzo da parte dello Stato di troppe frequenze tlc (vedi la vicenda del WiMax) “che sottraggono risorse vitali all’economia”.

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