L’AgCom come mediatore nel diritto d’autore?

Si discuterà oggi il provvedimento a tutela del diritto d’autore. Sul piatto della bilancia la libertà d’espressione, l’equa remunerazione degli autori ed il diritto alla privacy dell’utente. E l’Agcom potrebbe giocare un ruolo chiave.

Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dovrebbe promuovere per oggi, 17 dicembre, una consultazione pubblica con l’obiettivo di mettere a punto già ventilato provvedimento a tutela del diritto d’autore del quale si parla ormai da settimane. Sebbene non vi siano, ovviamente, i crismi dell’ufficialità, sul web stanno iniziando a rincorrersi i primi dettagli sulla struttura del documento. Tutto è partito da un “post” pubblicato dall’avvocato Fulvio Sarzana sul suo blog (ved. questa pagina) che fa riferimento a quella che sarebbe una prima bozza del provvedimento sul quale sarebbe al lavoro Agcom.

L’avvocato Sarzana, nel presentare il documento reso pubblico, osserva come questo delinei “un quadro molto severo delle violazioni del diritto d’autore su Internet“. Premettendo “l’esistenza di norme sul diritto d’autore inadeguate allo sviluppo tecnologico ed alle mutate modalità di fruizione dei contenuti da parte degli utenti“, nella bozza si osserva come esistano ben noti canali che permettano di condividere e scaricare in modo illegittimo materiale protetto dal copyright “con grave pregiudizio per lo sviluppo della creatività e, quindi, per le scelte a disposizione del pubblico dei consumatori/utenti“.
Sul piatto della bilancia ci sono la libertà d’espressione, l’equa remunerazione degli autori ed il diritto alla privacy dell’utente: secondo l’Agcom le nuove disposizioni sul diritto d’autore dovrebbero trovare il giusto compromesso per mantenere i piatti della bilancia in equilibrio. Ed è proprio l’Agcom che è stata individuata come il soggetto più adatto a mediare tra i diversi interessi.

Dopo un excursus generale sulla normativa vigente, nella bozza si passa alle “proposte d’intervento”. Ed è qui che si sono sollevati i primi commenti tanto che l’avvocato Sarzana ha commentato “il terzo paragrafo, relativo al procedimento inibitorio, andrebbe attentamente analizzato e discusso approfonditamente per misurarne la compatibilità con le norme attualmente in vigore“. Ad essere esplicitamente chiamati in causa sembrano gli Isp (Internet Service Provider) ovvero i fornitori della connettività che sarebbero i soggetti più facilmente interpellabili nel caso di violazioni del diritto d’autore.

Si parla della possibilità, per l’Agcom, di imporre agli Isp l’obbligo di comunicare periodicamente dati aggregati (leggasi, anonimi) circa l’utilizzo dei vari servizi messi a disposizione degli utenti (accesso a reti peer-to-peer, streaming, ecc…). A partire da tali informazioni, l’Autorità potrebbe disporre, successivamente, misure più puntuali atte a contrastare il fenomeno della pirateria.

L’Autorità potrebbe divenire il punto di riferimento per le segnalazioni provenienti dai detentori dei diritti, dalla Siae, dalla Guardia di Finanza nello svolgimento delle sua attività istituzionali. E cita qualche esempio di segnalazione: la ritrasmissione su Internet di contenuti audiovisivi “premium” con tecnologia live streaming senza detenere i diritti sugli stessi contenuti; la messa a disposizione, non autorizzata, di opere cinematografiche con la tecnologia streaming; l’indicizzazione di materiale soggetto a copyright intesa ad agevolarne la diffusione senza il consenso degli aventi diritto; lo scambio di file protetti dal diritto d’autore mediante peer-to-peer ed altri strumenti.
Contestualmente, Agcom fa riferimento all’avvio di politiche di business e progetti online che favoriscano il download legale dei contenuti via Internet.

Nei prossimi giorni arriveranno maggiori chiarimenti sull’argomento insieme, molto probabilmente, alle decisioni definitive dell’Agcom.

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