La wireless e-mail “contagia” i manager

La strategia Nokia per l’enterprise mobility è mutuata dal mondo dell’It e punta su semplificazione, integrazione e collaborazione fra i vendor. Punto di partenza: la posta elettronica su smartphone.

Il futuro della mobilità in azienda deve fare i conti con le problematiche dell’It, puntare a integrare (e non sostituire) le tecnologie che già oggi svolgono bene il loro ruolo e guardare alle reali esigenze manifestate dagli utenti, come la posta elettronica e la riduzione dei costi. È una vision pragmatica, che mette in secondo piano i terminali a favore delle soluzioni, quella presentata da Nokia in occasione della convention europea dedicata agli sviluppatori di applicazioni per il mondo business. Non a caso, a presentarla è un ex manager Ibm, Scott Cooper, da poco in forze alla casa finlandese nel ruolo di vice president, mobility solutions, enterprise solutions.


Cooper prende le mosse dall’evidenza che, nell’It, il valore è sempre stato rappresentato dal dato. Quello che è stato fatto negli anni è spingere questi dati verso una comunità di utenti sempre più ampia.


"Nella mobilità è la stessa cosa – spiega -: cerchiamo di portare i dati nel punto in cui si lavora. La gara verso il mass market per l’enterprise mobility è già partita, perché il lavoro non è più legato alla scrivania e la tecnologia sta solo cercando di tenere il passo".


La sua esperienza nell’It porta Cooper anche a constatare che, in azienda, non si butta quasi mai niente: i programmi Cobol sono ancora fra noi, per fare un esempio. Il successo arriva, invece, quando si integrano tecnologie già in uso, come nel caso degli Erp, mettendo nelle mani di un maggior numero di persone le informazioni in precedenza relegate nei sottoscala dell’It.


"La comunità dei vendor ha un ruolo importante – sottolinea Cooper -: deve integrare le tecnologie, rendendo i terminali facili da usare per gli utenti e rispondenti alle esigenze dei dipartimenti It. Abbiamo capito dai clienti che nessun vendor può cambiare quello che per anni è stato usato in azienda. Bisogna costruire sopra l’esistente, senza sostituire. Nessuno, nemmeno Nokia, può dominare tutto. Il nostro approccio è diverso da quello di altri vendor, il mercato ci dirà se è giusto o meno".


Ciò che contraddistingue il settore del mobile è che la base di utenti esiste già. L’obiettivo ora è portarla a usare terminali più intelligenti, gli smartphone, per fare le cose che sono abituati a fare con il pc e che, prima dell’era della personal productivity, si facevano con i terminali dei mainframe, attraverso la rete.


Tutto questo, sostiene Cooper, è in fase esplosiva. Al momento, le applicazioni business sono usate da una nicchia di aziende, ma presto diventeranno di massa.

Il boom atteso dell’e-mail


Il fenomeno del momento, innescato da Rim con il Blackberry, è quello dell’e-mail. La previsione Nokia, peraltro largamente condivisa, è che la crescita degli utenti continuerà in modo esponenziale. "Circa 650 milioni di impiegati oggi hanno una mail box – puntualizza il manager – e, nelle aziende più grandi, sono quasi equamente divise fra Microsoft e Ibm, circa 40% a testa, con un 20% di altri vendor. I terminali mobili venduti finora che servono per l’e-mail sono solo 3 milioni. Siamo davvero solo all’inizio". In pratica, lo sviluppo attuale del mercato della mobile e-mail è oggi come quello dell’e-mail su pc nel 1992. Fu quasi dal giorno alla notte che le aziende si resero conto che questo nuovo strumento di comunicazione era fondamentale e iniziarono a chiedere infrastrutture solide per implementarla su larga scala: si passò da 2 milioni di posti di lavoro a 200 milioni in 5 o 6 anni. Una vera esplosione, che diede vita a un fenomeno sociale, oltre che di business.


Il parallelo è immediato. "Oggi – riprende Cooper – un ristretto circolo di persone utilizza l’e-mail in mobilità e non ne può più fare a meno. In pochi anni passeremo dalla penetrazione dell’1% dei senior executive di adesso al 20-30%, con un significativo calo dei costi, man mano che si raggiungerà la maturità".


Il problema da superare è che manca il controllo da parte delle persone dell’It, che sono per questo scettiche. È già motivo di preoccupazione il fatto che un impiegato possa portarsi a casa il notebook, con tutti i dati sensibili dell’azienda. Ancora peggio se è un telefono a contenere le informazioni: si può facilmente rompere o perdersi. L’impegno preso da Cooper è quello di lavorare insieme ai partner per realizzare questo scenario. I vincitori saranno coloro che riusciranno a mettere insieme le tecnologie nel modo migliore, semplificando e rendendo economiche le soluzioni.

I risparmi sulla voce


Un altro trend importante riguarda la voce, un ambito in cui Nokia ha una maggiore credibilità ed esperienza. L’utilizzo del telefono cellulare è in aumento in tutto il mondo e nel 2007, secondo le previsioni, il traffico voce sul mobile sarà uguale a quello sul fisso. "Oggi il 30% della spesa It è telefonia – specifica il responsabile -. La quota maggiore è riferita al mobile, e questo perché quando un manager deve fare una telefonata a New York, non pensa a usare la linea più economica. Si genera così un costo nascosto e qui ci sono grandi opportunità di risparmio". Con i centralini Ip, infatti, la telefonata potrebbe essere inoltrata in modo più intelligente ed economico: serve, dunque, l’integrazione fra l’infrastruttura di telefonia fissa e quella cellulare.


Sono i clienti a chiederlo. In effetti, negli ultimi due anni, lo sforzo dell’It, in tutto il mondo, è stato indirizzato al risparmio e all’aumento della produttività. "Abbiamo ridotto all’osso i costi dell’It – afferma Cooper -. Questo è, ora, il nuovo fronte da attaccare: la spesa è elevata e le tecnologie di infrastruttura sono mature. Bisogna lavorare sull’integrazione con i Pbx e Nokia ha un ruolo importante da giocare". Perché bisogna avere due numeri di telefono? Perché bisogna imparare due modi diversi per realizzare una conference call o per deviare una chiamata. Perché la rete non è così intelligente da capire quando sono nel campus?


Tutte domande legittime, quelle di Cooper. La strada è ancora lunga, ma è già tracciata.

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