La virata verso Soa di Teradata

La divisione di Ncr sta lavorando per riscrivere tutte le proprie applicazioni in ottica di Service oriented architecture. Privilegiati anche l’ambito Rfid e la business continuity.

Riutilizzare per poter risparmiare. Le mega suite software, che richiedono pesanti investimenti per poter essere personalizzate, non vanno più di moda. Gli It manager non hanno budget a disposizione e puntano al "riciclo".


Proprio in quest’ottica, quella del riutilizzo, si fonda la Service oriented architecture.


A partire dallo sviluppo applicativo e dall’integrazione, l’orientamento a utilizzare le applicazioni alla stregua di un servizio sta oggi pervadendo tutto l’universo It del software enterprise.


Ne sa qualcosa anche Teradata. La divisione di Ncr, che fornisce tecnologie di data warehousing e applicazioni analitiche, ha iniziato a rivedere in toto le fondamenta tecnologiche della sua offerta.


E lo fa a partire dall’ambiente di sviluppo Java based proprietario Tap, Teradata Applications Platform.


A seguire, poi, tutte le soluzioni saranno riscritte in ottica service oriented e il primo rilascio è previsto a partire dal prossimo gennaio, con la nuova versione di Teradata Crm.


«Sono i clienti che richiedono con sempre maggiore insistenza di avere a disposizione framework, semilavorati riutilizzabili e fácilmente personalizzabili – esordisce Massimo Pellegrino, vice president Sud Europa di Teradata -. Noi stiamo rispondendo prontamente e, da qui a qualche anno, tutti i nostri prodotti saranno utilizzabili in ottica di servizio».


La società americana ha legato a doppio filo il proprio nome all’universo delle soluzioni di consolidamento dei data mart, per la creazione di macro data warehouse aziendali.


Negli scorsi anni, però, ha anche iniziato a innestare su questa infrastruttura una serie di applicazioni analitiche, che vanno dall’intelligenza diffusa alla creazione di portali, per arrivare fino al Customer relationship management e alla gestione della catena della fornitura in ottica di Supply chain intelligence.


«Di recente, tuttavia – precisa il manager – abbiamo iniziato a investire massicciamente anche nella business continuity, in particolare per quanto riguarda le applicazioni critiche come la Business intelligence. Abbiamo, infatti, sviluppato una tecnologia, battezzata DualActive, che consente di creare un sistema secondario, disperso geograficamente ma posto idealmente all’interno dell’ambiente di produzione, accessibile in parallelo e a basso costo da tutti gli utenti. Questo permette di assicurare la continuità delle attività e la disaster recovery in remoto. Nel caso di downtime del sistema principale, il secondario sarà in grado di assumere il carico di tutti i compiti associati ad applicazioni critiche per il tempo necessario al ripristino della situazione ottimale».


La terza area sulla quale la società conta di aumentare la propria presenza in futuro e’ quella delle tecnologie di trasmissione in radiofrequenza.


«Siamo tra i pochi in grado di fornire risposte a entrambe le necessità di chi si affida all’Rfid – conclude Pellegrino -. Offriamo, infatti, tramite Ncr tutti gli apparati utili a gestire i tag da un lato, e le applicazioni analitiche necessarie per ottenere informazioni consistenti da questi dati dall’altro. La gestione della qualità e delle garanzie, il tracking delle preferenze sono attività che, in futuro, attirerano sempre piu’ gli investimenti della grande distribuzione. Noi siamo pronti, già oggi, a soddisfare queste variegate esigenze».

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