La videosorveglianza? Non è solo una cosa da grandi aziende

Meglio analogica o digitale? Quali sono i vantaggi di un’infrastruttura IP? Che uso ne possono fare le Pmi? Luca Pari, project sales developer di Panasonic, fa il punto sulla videosorveglianza, illustrando come può essere efficacemente usata anche in settori differenti dalla sicurezza.

Di videosorveglianza
si parla sempre più spesso. Ma non tutti sono a conoscenza del fatto che può
trovare valido impiego in ambiti che vanno oltre il tradizionale controllo
della sicurezza. E anche che potrebbe fornire un valido aiuto nell’attività di
una piccola e media impresa. Per fare un po’ di chiarezza, abbiamo scambiato
quattro chiacchiere con Luca Pari, project sales developer di Panasonic.

Oggi si parla sempre di più di
videosorveglianza. Ma quali sono gli ambiti in cui viene maggiormente usata? E
quali quelli dove è poco utilizzata e potrebbe invece usata in modo efficace? Anche
le Pmi potrebbero trarne vantaggio?

Oggi il concetto di videosorveglianza
viene associato principalmente alla sicurezza e si applica a quasi tutti gli
ambiti
operativi. Inoltre si parla sempre di più di Sicurezza
Integrata laddove l’impianto di videosorveglianza è collegato con altri tipi di
sistemi (antincendio, antintrusione, controllo accessi, e così via). L’integrazione
viene ormai garantita dal fatto che i sistemi di videosorveglianza di ultima
generazione sono basati sulle tecnologie IP di Networking.

La crescita del mercato
della videosorveglianza negli ultimi anni è legata a diversi fattori, tra cui
una maggiore richiesta di sicurezza, la riduzione dei costi degli impianti e la
disponibilità di nuove applicazioni sempre più avanzate. Questa crescita ha
coinvolto tutti i settori, dai Trasporti al Retail, dal Bancario
all’Energetico: in tutti questi ambiti si possono trovare applicazioni specifiche
realizzabili con impianti di videosorveglianza, eventualmente integrati con
altri sistemi di sicurezza.

I principali ambiti in
cui viene attualmente impiegato un sistema di videosorveglianza sono relativi
al controllo del territorio, stazioni, aeroporti, grandi magazzini, logistiche,
banche, poste, uffici pubblici, controllo del traffico, autostrade, aziende
grandi e piccole, ospedali, ambiti militari, negozi, ambito privato. Tuttavia i
nuovi sistemi di analisi video integrati nelle telecamere (i-VMD) e le funzioni
intelligenti del sistema possono essere sfruttati dalle Pmi per trovare
soluzioni di business ad hoc per i loro clienti, concentrandosi sul servizio
invece che sul prodotto.

Se devo partire da zero, è facile
convincermi a puntare su un’infrastruttura IP. Ma se invece ho già un sistema
di videosorveglianza e voglio aggiornarlo perché dovrei puntare sull’IP? Questo
cambiamento cosa comporterebbe per la mia infrastruttura analogica? Si può
anche fare una stima in termini di costi ed eventuali risparmi?

La migrazione di un
sistema dalla tradizionale architettura analogica a una IP è la soluzione
consigliata in tutti i casi in cui si vuole ampliare il proprio sistema di
videosorveglianza salvaguardando l’impianto esistente e contemporaneamente acquistando
prodotti tecnologicamente avanzati. In questo modo si potranno avere prodotti
con sensori a elevate prestazioni, immagini di altissima qualità, una trasmissione
ottimizzata, oltre a una riduzione dei consumi.

La migrazione rispetto
alla sostituzione prevede di realizzare questo percorso attraverso diversi
passi graduali, permettendo di diluire nel tempo l’investimento e di
riutilizzare l’infrastruttura analogica integrandola nel nuovo sistema IP.

Questa integrazione può
avvenire a diversi livelli, in base a quanta parte del vecchio impianto
analogico si vuole mantenere. Le prestazioni di un impianto IP composto da
almeno 16 telecamere, come le nostre Smart HD, hanno un Total Cost of Ownership
nettamente inferiore rispetto a un tradizionale impianto analogico per cui è
stato stimato che in cinque anni l’investimento viene ripagato.

Avete recentemente presentato un kit
per la Business Intelligence, che indirizzate all’impiego nelle attività
commerciali e che consente di “ottimizzare” le vendite attraverso l’analisi
della tipologia dei clienti, arrivando anche al riconoscimento dei volti. Per
quale tipo di attività ritenete sia più indicato? Si tratta di un’offerta che
può essere usata anche in realtà di piccole dimensioni? Che tipo di competenze
richiede per l’utilizzo? Il fatto di riconoscere i volti come si rapporta con
la tutela della privacy?

Il sistema di Business
Intelligence viene realizzato utilizzando una telecamera della serie Smart HD, abbinata
a un sistema di registrazione NV200 con la relativa licenza software NVF20. In
questa configurazione si possono realizzare le funzioni di People Counting e di
riconoscimento del sesso e dell’età. Il sistema si basa sulla funzione Face
Detection a bordo delle telecamere Panasonic Smart HD.

Questa funzione permette
alla camera di comunicare in tempo reale la posizione del volto all’interno
dell’immagine, senza eseguire alcuna registrazione o riconoscimento dello
stesso. Sarà il registratore grazie alla licenza aggiuntiva a eseguire le
operazioni di conteggio delle persone e di riconoscimento del sesso e dell’età,
sempre in tempo reale e sempre senza dover necessariamente registrare le
immagini, quindi perfettamente a norma con le regole imposte dal Garante della
Privacy.

I dati potranno essere
successivamente rielaborati ai fini di analisi statistiche e di marketing. Il
kit di Business Intelligence ha un costo d’investimento iniziale sicuramente
elevato, che però potrebbe essere ammortizzato in breve tempo come supporto
alle attività di Marketing. A bordo del registratore esiste anche un’altra
funzione chiamata Face Matching che si basa su questa tecnologia. Tale
funzione, indipendente dalla precedente, permette di eseguire un reale
riconoscimento del volto sulla base di un database a bordo del NVR ai fini di
controllo degli accessi. In tal caso le immagini devono essere registrate e il
sistema autorizzato dal Garante, per poter essere utilizzato dal cliente finale
.

Inoltre, per il riconoscimento dei
volti mi servono videocamere ad alta risoluzione? Se sì, che larghezza di banda
mi serve e come ciò impatta sul resto della mia dotazione infrastrutturale (in
termini di dispositivi di rete e capacità elaborativa)?

Il sistema è compatibile
solo con le videocamere della serie SmartHD la cui risoluzione minima è 800×600
pixel. L’utilizzo di camere con prestazioni superiori (HD o FullHD), permette
di aumentare solo il campo visivo inquadrato: per supportare il riconoscimento
di un volto, questo deve essere composto da un minimo di 125 a un massimo di
300 pixel in orizzontale.

La telecamera interessata
genera solo 5 fotogrammi al secondo in standard H.264, quindi si ha un impatto
minimo sull’infrastruttura di rete, soprattutto se comparata con quelle di
sorveglianza che generano 25/30 fotogrammi al secondo occupando in HD dai 2 ai
4Mbps per telecamera (in base alla qualità richiesta). Quindi, considerando un
ingombro massimo di banda corrispondente a 4Mbps, la camera per il
riconoscimento dei volti occuperebbe meno di 1Mbps.

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