La trasformazione di Atos Origin

Un nuovo management avvia un programma triennale di riorganizzazione della filiale italiana.

Il mercato dei servizi in Italia vive una forte pressione competitiva e non è facile da gestire ma è un mercato che deve ancora esprimere le sue potenzialità, secondo quanto affermato da Bernard Bourigeaud, Ceo di Atos Origin, un gruppo che nel 2005 ha fatturato 5,5 miliardi di euro (i dati del 2006 devono ancora essere rilasciati) con 47.700 dipendenti. È, quindi, massima l’attenzione della corporation verso il nostro paese, che contribuisce con un 6% al fatturato globale e si attesta in quinta posizione tra i mercati europei, dopo Francia (28% delle revenue), Regno Unito (21%), Benelux (21%) e Germania (10%).

Al nuovo presidente e amministratore delegato della country nazionale, Arnaud Ruffat (nella foto), tocca quindi il compito di riuscire a rispondere in modo agile alle sfide che il mercato richiede, facendo leva sulle risorse che il gruppo possiede nella sua globalità, mettendo in campo servizi che vanno dalla consulenza e system integration (70%) alle operazioni gestite (30%).

In eredità si trova una realtà che nel 2006 ha fatturato 275 milioni di euro, con oltre 2.700 persone distribuite in sei sedi: Milano, Torino, Pont Saint Martin (Aosta), Roma, Napoli e Palermo.

In linea, quindi, con il piano generale che Bourigeaud ha chiamato “3O3” (che significa tre obiettivi, Operating globally, Operational efficiency e Organic growth, da raggiungere entro i prossimi tre anni), tra le priorità di Ruffat c’è il recupero di una maggior profittabilità, una riduzione dei livelli manageriali per ottenere un’organizzazione più snella e orientata al cliente, un forte commitment sui settori in cui opera, attraverso le specifiche business unit, che sono: Industria, Telecom, Finanza, Pa e Sanità, Managed operation e Regione Sicilia (considerata un partner chiave per Atos Origin).

A tutto questo si aggiunge una maggior sinergia con i clienti strategici, una maggior innovazione sia sui poli di eccellenza interni (come quello di Napoli) che nearshore e offshore. Verrà inoltre rafforzato il ruolo del data center di Pont Saint Martin, selezionato dal piano 3O3 come Managed operational global factory e sarà avviato un impegnativo programma di formazione e riqualificazione dei talenti.

Sul fronte dell’offerta, per l’anno in corso la società si focalizzerà sul Global Ict sourcing, sull’application outsourcing, sulle soluzioni verticali, sulla piattaforma Sap (dove Atos Origin ha 4.400 consulenti nel mondo, di cui 400 in Italia), sulla gestione delle infrastrutture, sulla convergenza e la portability e sulla Pa.

A conclusione Ruffat ha sottolineato che l’Italia è stata scelta dal gruppo come centro di competenza a livello mondiale nel manufacturing, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni verticali con i player internazionali di maggior spicco.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome