La teledidattica transfrontaliera di insubrinet

Il progetto promuove la videocomunicazione e lo scambio di conoscenze fra alcuni Atenei lombardi e svizzeri, mirando al coinvolgimento di società private.

La scelta della videocomunicazione come mezzo per migliorare la formazione e ottimizzare i rapporti tra atenei è la strada scelta dal Polo Regionale di Como del Politecnico di Milano, dall’università degli Studi dell’insubria di Varese e Como, dall’università della Svizzera Italiana (Usi) e dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (Supsi). Il progetto insubrinet, infatti, si prefigge di promuovere la teledidattica e gli scambi di conoscenze tra gli istituti appartenenti alla medesima area geografica, puntando, per il prossimo futuro, a coinvolgere anche società private.


Come Politecnico di Milano, utilizziamo la teledidattica da anni – sottolinea Giovanni Bucci, responsabile dei Sistemi informativi del Polo di Como – per mettere quotidianamente in comunicazione le nostre varie sedi“. Vista la stretta cooperazione con l’Università della Svizzera Italiana e il crescente rapporto con quella dell’insubria, il pool ha deciso di creare una rete ad alta velocità in fibra ottica che permetta l’insegnamento a distanza e lo scambio di dati finalizzati alla ricerca. “Molti docenti del Politecnico di Milano tengono lezioni anche a Lugano – continua Bucci -. Per ridurre le trasferte, limitare i costi e ottimizzare i tempi, mantenendo alto lo scambio a livello scientifico, è stata creata un’infrastruttura proprietaria destinata a connettere tra loro le reti locali o metropolitane dei singoli atenei. A Como, ad esempio, abbiamo un corso di specializzazione di ingegneria informatica per la comunicazione. Gli aspetti culturali e scientifici ci vengono forniti da professori di Lugano, mentre noi diamo loro un apporto di tipo tecnologico“.

Un progetto a distanza


Il progetto transfrontaliero è stato realizzato internamente e ogni istituto ha deciso, in completa autonomia, di proseguire sul percorso della compatibilità con le macchine già adottate che, per caso, erano tutte a marchio Polycom. “Per quanto riguarda il Polo di Como – prosegue Bucci -, è stato deciso di uniformarsi al parco macchine già in uso per estendere la teledidattica non solo alle nuove aule create in seguito a questo progetto, ma a tutte le altre dislocate nelle varie sedi. Ogni ateneo ha operato scelte indipendenti e il risultato ci facilita, anche se non ci vogliamo legare unicamente a un marchio“. In particolare, l’esperienza nell’insegnamento a distanza del Polo di Como l’aveva portato a dotarsi di una sala di regia audio/video. “è qui che il segnale viene convogliato e, tramite strumenti di videocomunicazione, inviato in direzione della Svizzera o, in ricezione, su dei videoproiettori posti in sala che permettono il contatto con l’interlocutore remoto“.


Ogni università ha attrezzato per la videoconferenza due nuove aule che entreranno a regime il prossimo anno accademico. “Dal canto nostro – illustra Roberto Negrini, Prorettore Vicario del Polo Regionale di Como -, l’impianto verrà usato inizialmente in modo non strutturato, secondo richiesta da parte dei docenti, ma entro breve, lo utilizzeremo in modo integrato“. L’esperienza del Politecnico di Milano nella telematica per la didattica risale ai primi anni Novanta, con l’uso di canali televisivi privati di collegamento tra Como e il capoluogo lombardo per effettuare della teledidattica sincrona interattiva. La situazione è poi evoluta verso l’e-learning e con la convergenza si è passati alla videoconferenza.

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