La tecnologia mainframe al servizio dei sistemi x86

Con l’Xtended Design Architecture, Ibm porta le caratteristiche della X-Architecture verso un ambiente a 64 bit distribuito. Rilasciati sei modelli xServer e un BladeCenter con Xeon Em64T.

In azienda, il ruolo dei sistemi x86 è da tempo cambiato. Dagli originari servizi di file-and-print, la fascia alta dei sistemi Intel-based è passata, infatti, a garantire risorse business critical, un tempo tipiche di sistemi Unix e architetture proprietarie. A permettere questo salto di qualità hanno contribuito diversi fattori, tra cui la disponibilità di chip a più elevata frequenza e hard disk a maggiore capacità, ma non solo. Caratteristiche come flessibilità, scalabilità e facilità di gestione sono state garantite, infatti, da una messa a punto architetturale più generale, che ha trasformato i sistemi industry standard in macchine in grado di offrire funzionalità di tipo mission critical.


In Ibm il percorso di evoluzione dell’offerta Intel-based è passato soprattutto attraverso l’Enterprise X-Architecture, una blueprint che ha permesso di mutuare tecnologie tipiche dei sistemi mainframe, trasferendole ai modelli di fascia alta della linea xServer. Per garantire queste stesse funzionalità anche al low end dell’offerta x86, rappresentato da sistemi a 1/2 vie e blade, arriva ora Xtended Design Architecture, un’architettura che estende le caratteristiche della X-Architecture verso un ambiente a 64 bit distribuito.


"L’introduzione dei nuovi processori Intel con estensione ai 64 bit – ha chiarito Alessandro de Bartolo, Ibm xSeries Technical Sales manager south Emea – offre ai sistemi industry standard di fascia bassa la possibilità di raggiungere nuovi livelli prestazionali, di gestione e di flessibilità, a patto, però, che l’accesso a maggiori quantità di memoria sia accompagnato anche da un’ottimizzazione in materia di alimentazione, raffreddamento e manutenzione". Fondamentale in questo senso risulta il nuovo Calibrated Vectored Cooling, l’architettura per il raffreddamento che ha permesso di inserire nel form factor 1U alcune delle maggiori novità. In seguito alla reingegnerizzazione dei processi di raffreddamento, Big Blue ha, per esempio, potuto assottigliare questo formato, raddoppiando, di fatto, la densità di sistema.


Reali capacità di serving applicativo sono state garantite, invece, con l’introduzione di funzionalità mission critical, come gli hard disk hot spare che aumentano la tolleranza ai guasti, mentre una maggiore flessibilità è stata offerta dall’incremento degli slot di espansione delle memorie, che da quattro sono passati a otto moduli Dimm. Sempre in seguito all’applicazione del nuovo Calibrated Vectored Cooling, Ibm ha aumentato di un terzo le capacità di espansione I/O dei server rack 2U a due vie, integrando funzioni Raid e nuovi strumenti di gestione. Tra le novità inserite nei sistemi di fascia bassa x86, Big Blue ha, infine, inserito la quarta generazione della funzione Light Path Diagnostics e la possibilità di sostituire i drive in modalità hot swap.

Le novità di gamma


In seguito al rilascio dei nuovi processori Intel con estensioni a 64 bit, la gamma xServer di Ibm è stata ampliata con sei nuovi modelli. Il primo, l’ x206, è un tower monoprocessore basato su Intel Pentium 4 Em64T. Realizzato pensando alle Pmi e alle aziende distribuite, il sistema mette a disposizione fino a quattro hard disk Sata simple swap o tre dishi fissi Scsi hot swap. L’x226 è, invece, un tower a due vie basato su Intel Xeon Em64T fino a 3,2 GHz. Il sistema integra fino a sei hard disk Scsi hot swap o quattro Serial Ata, offre sei slot Dimm per un massimo di 16 Gb di memoria Ddr2 e mette a disposizione sei slot di I/O con possibilità di scelta tra schede adapter Pci-X o Pci-Express. Tower a due vie basato su Intel Xeon Em64T fino a 3,6 GHz, il modello x236 è un server pensato per gli ambienti distribuiti. Il sistema offre otto slot Dimm per un massimo di 16 Gb di memoria Ddr2 e supporta fino a nove hard disk Scsi hot swap. Gli slot I/O messi a disposizione sono sei con possibilità di scelta tra schede adapter Pci-X 133 MHz o Pci-Express. Dischi, alimentazione e raffreddamento sono tutti hot swap ridondanti. Il modello x306 è, invece, un rack monoprocessore basato su Intel Pentium 4 Em64T. Il sistema, in formato 1U più compatto, mette a disposizione un hard disk Sata simple swap o Scsi hot swap e due slot Pci-X. Più sofisticato risulta il modello x336, una piattaforma rack 1U ultradensa a due vie basata su Intel Xeon Em64T fino a 3,6 GHz. Il sistema integra fino a quattro hard disk Scsi hot swap o due dischi fissi Sata simple swap, mette a disposizione otto slot Dimm per un massimo di 126 Gb di memoria Ddr2, due slot Pci e un nuovo pannello diagnostico a discesa per una migliore gestibilità all’interno del rack. Il server integra, inoltre, il sistema di Calibrated vectored cooling. Infine, il nuovo x246 è un server rack 2U a due vie basato su Intel Xeon Em64T fino a 3,6 GHz. Il sistema offre otto slot Dimm per un massimo di 16 Gb di memoria Ddr2 e mette a disposizione fino a sei hard disk hot swap. Quattro sono gli slot di espansione Pci-X, due da 100 MHz e due da 133 MHz. Il server dispone del nuovo pannello diagnostico a discesa e del Calibrated vectored cooling. Dischi, alimentazione e raffreddamento hot swap sono tutti ridondanti. Novità anche nel segmento dei blade con il nuovo BladeCenter Hs20. La lama è ora disponibile in configurazione dual processor con Intel Xeon Em64T e, oltre a integrare il nuovo Calibrated vectored cooling, offre miglioramenti in materia storage, memoria e I/O.

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